Perché non bisogna andare a votare nonostante La Russa? … di Sergio Pizzolante

Dopo le dichiarazioni di La Russa sul non voto, dette dalla seconda carica dello Stato, la spinta ad andare a votare capisco che sia forte.
Ma bisogna resistere.
Perché andare a votare, anche per votare no, significa far vincere il sì. Automatico.
Sergio Pizzolante
E far vincere il sì significa questa cosa qui:
1. tornare a prima del Job Act quando eravamo arrivati a solo il 17% delle assunzioni a tempo indeterminato.
2. riammettere nel diritto del lavoro e sindacale un articolo 18 che è a tutela del massimalismo e del populismo e della burocrazia sindacale peggiore, quello dei Landini, per intenderci, lontani anni luce dalla grande storia della Cgil di Di Vittorio, Lama, Trentin.
3. Un articolo 18 che frena le assunzioni a tempo indeterminato e fa esplodere il precariato, il contrario di quanto sostengono i Landini.
4. Un art 18 che nemmeno il padre dello Statuto, Gino Giugni, aveva scritto così, come dichiarò anni dopo, perché aveva introdotto solo la “norma Nenni” del 57 che era a tutela della non licenziabilita’ dei sindacalisti nelle fabbriche, non della non licenziabilita per tutti. Fu il Pci, che non votò lo Statuto, ad imporre un emendamento al Senato che stravolse il significato dell’Art 18 voluto dai socialisti, da Nenni prima e Brodolini dopo. Brodolini lo sapeva e disse a Giugni: lo Statuto deve essere per i lavoratori e non per i lavativi.
5. con il Sì al Referendum si tornerebbe ad una versione tardo comunista del diritto sindacale e del lavoro, che è poi la strada dove va il Pd di Schlein, anti riformista, con la compagnia dei Fratoianni e dei Landini, contro anche i sindacati riformisti, dalla Cisl alla Uil. E’ una posizione di “potere”nelle fabbriche, i diritti non c’entrano. Nulla.
A chi dice che bisognerebbe andare a votare confrontandosi nel merito dico che ha ragione, dovrebbe essere così, ma le condizioni del “confronto nel merito” non ci sono.
E’ una materia troppo complessa per ridurla al si o al no in una arena dove trionfa il bastone e la menzogna.
Non può essere oggetto di referendum.
Quindi no al referendum.
Inoltre.
Questo è un referendum tutto interno alla sinistra.
E’ il bastone con il quale si vogliono sbarazzare dei riformisti.
E’ il trionfo della doppiezza politica.
Il referendum del Pd per cancellare il Pd di prima.
Di quando la Schlein non c’era.
E’ l’occupazione definitiva del Pd.
Iniziata col referendum dei non iscritti e compiuta col referendum sul lavoro.
E noi dobbiamo partecipare al referendum della vendetta nel Pd?
Sergio Pizzolante