
(ANSA) – ROMA, 22 NOV – Con riguardo al “livello di
intolleranza religiosa” del Pakistan “e della effettiva
possibilità di ricevere una effettiva tutela” dalle violenze in
quel paese, temi che meritano un “approfondimento”, la
Cassazione – verdetto 34312 – ha accolto il ricorso di Ahmad F.,
un pachistano costretto a fuggire dalla sua terra “per il timore
di essere ucciso, in relazione allo svolgimento di attività
consistente nella trasmissione su canali televisivi a pagamento
di programmi pornografici, vietati dalla legge”. La domanda di
essere accolto come profugo meritevole di protezione
internazionale, era stata respinta dalla Corte di Appello di
Venezia nel 2019 che aveva trovato la storia poco credibile.
Davanti agli ‘ermellini’, Ahmad ha spiegato che “a seguito di
lamentele da parte di esponenti religiosi sunniti, aveva
rinunciato a trasmettere i programmi vietati, tuttavia per le
proteste dei clienti”, arrabbiati in quanto avevano pagato
l’abbonamento’, e “dopo aver ricevuto percosse e minacce da un
gruppo religioso”, si era deciso a lasciare “definitivamente il
suo Paese raggiugendo l’Italia dove aveva trovato lavoro”. La
sua attività era andata perduta dopo che il suo negozio era
stato dato alle fiamme. Ora il caso si riapre, e torna a
Venezia. (ANSA).
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