La scelta è caduta questa set- timana sulla professoressa Mularoni per la sua posizione sulla scuola sammarinese, posizione condivisibile in toto soprattutto nel momento in cui può essere soggetta a riforme innovatrici proposte dall’attuale segretario alla Cultura “Peppe” Morganti. Ecco
la posizione della professoressa Mularoni: “La scuola sammarinese indubbiamente non è rimasta indietro in questi anni, anzi possiamo affermare con una punta di orgoglio che San Marino ha una scuola di qualità, di eccellenza; nella scuola sammarinese è stato investito tantissimo, sulla formazione del personale, sulle strutture, e questi investimenti costituiscono dei punti di forza della scuola. Possiamo sicuramente migliorare la didattica, gli apprendimenti, anche innovando, ma non cancellare ciò che oggi abbiamo costruito con tanti anni di lavoro. Sicuramente non possiamo non rapportarci con un contesto internazionale ed essere vigili su quello che avviene al di fuori dei nostri confini, ma è altresì importante mantenere saldo il contatto con le nostre radici, la nostra identità, quei valori su cui si fonda la nostra Repubblica che ci hanno contraddistinto e resi noti nei secoli. A questo proposito il nostro Liceo vanta una lunga storia ed una tradizione che non va cancellata; sono a tutti note infatti le professionalità e le competenze del corpo docente che negli anni hanno egregiamente formato i nostri giovani, dandogli gli strumenti per proseguire nelle Università italiane. La maggior parte degli studenti che escono dal nostro liceo superano brillantemente i test di ingresso nelle università italiane ed ottengono in percentuale il miglior risultato rispetto a quelli del circondario, a dimostrazione che la scuola sammarinese non presenta particolari criticità, grazie anche agli interventi normativi che sono stati approvati negli anni ed agli in- vestimenti di risorse umane. Sono d’accordo che la scuola deve stare al passo con i tempi e deve essere sensibile ai cambiamenti. Ma deve cambiare per il meglio, attraverso un lavoro corale, una condivisione che coinvolga tutto il personale docente, non- docente, gli alunni e soprattutto le loro famiglie, perché la scuola è fatta di persone, è un bene di tutti”.
Calcisticamente parlando, si potrebbe dire, squadra che vince meglio non cambiarla.