Profumo di sughi, paioli fumanti, piatti della tradizione contadina e interi borghi che si animano di stand, mercatini e musica: Perticara è pronta a vivere la 37ª edizione della Sagra della Polenta e dei Frutti del Sottobosco, appuntamento simbolo dell’alta Valmarecchia. L’inizio è fissato per domenica 14 settembre e l’evento scandirà per quattro settimane di fila le domeniche fino al 5 ottobre.
La regina: la Polenta
La protagonista indiscussa sarà, come sempre, la polenta. Verrà servita nella grande tensostruttura capace di ospitare oltre 300 persone sedute: classica con ragù di salsiccia, abbinata ai funghi porcini, con cinghiale o con salsiccia e fagioli. A completare l’offerta gastronomica, anche piadina romagnola, trippa, cotiche, patatine, stufato e i piatti più autentici della cucina contadina, da accompagnare con un Sangiovese D.O.C. Gli orari: dalle 11.30 alle 20.30, con servizio garantito anche in caso di pioggia.
Non solo tavola
Per il pubblico la Sagra è anche un’occasione di scoperta del territorio. Visite guidate al Museo Sulphur – Museo Storico Minerario di Perticara, passeggiate al Monte Aquilone e il ritorno del Mineral Expo domenica 28 settembre, giunto alla 35ª edizione. A disposizione dei visitatori una navetta gratuita ogni 15 minuti dal centro del paese.
Mercatini e attività per i più piccoli
Le vie di Perticara diventeranno un mercatino diffuso con artigianato, prodotti tipici, oggettistica e abbigliamento. I bambini avranno a disposizione spazi dedicati tra giochi, laboratori creativi e animazioni.
Il lavoro dei volontari
Dietro le quinte, oltre 50 volontari della Pro Loco organizzano l’evento, assicurando che ogni dettaglio funzioni. Il presidente Cesare Bianchi ha ricordato come senza questo impegno collettivo la Sagra non esisterebbe, sottolineando anche l’importanza che l’appuntamento riveste per l’economia e l’attrattiva turistica del borgo.
Una festa che è identità
Più che una semplice sagra, Perticara vive ogni anno una manifestazione che unisce tavola, cultura e comunità. Un mese intero in cui la polenta non è solo un piatto della tradizione, ma diventa simbolo di appartenenza e di accoglienza, capace di trasformare un piccolo borgo in un grande centro di incontro.