Pesaro. Arrestato per stalking e maltrattamenti ma la madre non lo vuole ai domiciliari. Uomo di 52 anni finisce in carcere dopo essere stato rifiutato dalla famiglia

L’hanno arrestato davanti alla scuola del figlio. I carabinieri di Fano lo hanno placcato e neutralizzato sulla porta dell’istituto mentre cercava di entrare per raggiungere il ragazzo. E sfogava intanto la sua furia cieca e incontenibile lanciando minacce di morte contro la ex compagna che aveva cercato di contattare poco prima facendo irruzione in ospedale a Pesaro, dove la donna lavora. A salvare l’ex compagna dall’ennesimo agguato, sono stati gli stessi familiari dell’uomo che l’hanno subito avvisata non appena hanno saputo che aveva lasciato la clinica dove era andato per disintossicarsi dall’alcol. Aveva resistito solo tre giorni dietro le porte del centro di recupero che gli si erano spalancate per quella lunga serie di denunce e provvedimenti del giudice.

L’ossessione per quella donna che non lo voleva più e per il figlio appena 14enne ma già testimone di tante violenze, lo hanno posseduto ancora una volta. Martedì la sua fuga folle e pericolosa è finita tra le mani dei carabinieri. L’uomo, G.B., 52enne di Mondolfo è stato rinchiuso nel carcere di Villa Fastiggi con le accuse di stalking e maltrattamenti. Ieri mattina, il pm Silvia Cecchi ha chiesto la convalida e la misura dei domiciliari. Ma quando le forze dell’ordine hanno accompagnato il 52enne a casa della madre a Mondolfo che lui aveva indicato come domicilio, la donna si è rifiutata di accoglierlo. Il furgone della polizia penitenziaria ha dovuto fare dietrofront e riportare l’uomo a Villa Fastiggi in attesa che si trovi una struttura adatta nella quale possa scontare la misura. Lo stalker era stato protagonista giusto qualche giorno fa di un’aggressione contro alcuni agenti della polizia municipale di Mondolfo. Erano intervenuti i carabinieri del posto che lo avevano neutralizzato usando lo spray al peperoncino. E dopo quest’ultimo episodio, il 52nne decise di farsi ricoverare per liberarsi dalla schiavitù della bottiglia. Un proposito fallito in una manciata di giorni.

Ma l’odissea umana e giudiziaria della vicenda, comincia diversi anni fa. Quando, dopo essersi messi insieme nel 2001, la storia con l’ex compagna, dalla quale ha un figlio, oggi 14enne, finisce del 2005. La pietra tombale è proprio il vizio dell’alcol. Ma lui non accetta la separazione e diventa sempre più geloso e ossessivo. E soprattutto violento. Sia verso la ex che nei confronti del ragazzo. Scattano le denunce ai carabinieri. E partono anche i provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Gli viene imposto il divieto di avvicinamento alla donna e al figlio e sospesa la potestà genitoriale. Ma non basta. Da qui l’arresto. Il Resto del Carlino