PESARO – Nuovi arrivi di migranti previsti a Pesaro nei prossimi giorni, e secondo le notizie trapelate, verranno sistemati nella scuola di via Cesare Battisti in zona mare. I locali dell’edificio in questione, potranno ospitare, secondo le direttive, fino a 50 profughi richiedenti asilo come stabilito nella proposta del bando per l’accoglienza di 350 migranti che dovranno essere accolti nella nostra provincia da dividersi tra Carpegna, Saltara, Ginestreto, Colbordolo e appunto Pesaro.
Poco importa evidentemente alle autorità cittadine che il tetto massimo fissato dal Ministero dell’Interno sia stato ampiamente superato; le solite cooperative che da decenni la fanno da padrone sul territorio, sono pronte a spartirsi ancora una volta gli appalti legati ai richiedenti asilo. L’edificio scolastico in questione, è stato scelto per questa finalità dall’associazione “Incontri per la democrazia” che ha vinto il bando di gestione dell’accoglienza. Questa scuola gestita dalle suore “Piccole ancelle del sacro cuore”a cui è stata donata la struttura da una famiglia pesarese, riguarda il plesso che comprendeva prima della chiusura, la scuola materna e la scuola elementare: punto di riferimento di vitale importanza per le famiglie residenti in zona mare e del centro storico. Le motivazioni che portarono alla sua chiusura ci fu spiegato, riguardavano la solita “mancanza di risorse” e di personale. Ci chiediamo allora, perché non sia intervenuto a suo tempo il Comune e gli enti proposti, per tentare di riconvertire la scuola mantenendola attiva ai fini dell’insegnamento come esplicitamente richiesto dalla famiglia pesarese che l’ha donata. Oggi gli stessi locali vengono disposti a tempo di record per l’accoglienza ai profughi mentre la situazione degli edifici scolastici a Pesaro vive tempi difficili, per usare un eufemismo. Intonaci che cascano attentando all’incolumità degli studenti, classi che trasudano umidità dalle pareti creando ambienti malsani per i nostri ragazzi, o lezioni spostate nei parchi pubblici come abbiamo visto nel caso del S.Marta in un primo tempo, e con lo sparpagliamento delle classi successivamente creando disagi e problemi per il proseguimento delle ore di lezione nei laboratori, o di natura logistica e di tutto ciò che ruota attorno al mondo scolastico. Perché non si è mai pensato di riadattare la scuola di via Battisti, e riassegnarla alle destinazioni sulle quali contavano le famiglie e gli studenti pesaresi? Perché la scuola non è stata messa a disposizione durante le emergenze legate a diverse scuole pesaresi come l’impraticabilità dell’istituto Genga nelle giornate di pioggia, o come soluzione provvisoria per alcune classi del Santa Marta, e di situazioni estreme analoghe in altre scuole per classi più colpite, ma viene immediatamente approntata e messa a disposizione di cooperative e associazioni legate al business dell’accoglienza con la complicità di Prefettura e istituzioni cittadine? Forse perché il mondo della gestione dell’accoglienza dei migranti è molto più redditizio che mantenere aperto uno strumento fondamentale per l’istruzione e la preparazione al futuro dei nostri ragazzi.
Fabio Arrigoni
Fratelli d’Italia- AN