PESARO. Interpellanza di Remo Giacchi (Fi) su Marche Nord: «Insostenibile la bilocazione di competenze cliniche. L’ospedale per acuti? Deve essere in un’unica sede, con le competenze che servono. Per cui, si scelga tra le opzioni: Pesaro nosocomio per acuti, con Fano adibita per altro; oppure ospedali per acuti sia a Pesaro che a Fano, pur con diverse dimensioni. Irrisolta anche la questione delle migrazioni di utenti tra le due città, con relativi disagi. Il nuovo ospedale? Ormai è una farsa, assomiglia al ponte di Messina. Si smetta di parlarne finché non vengono fuori i fatti. I sindaci non troveranno l’accordo e Ceriscioli deciderà per Fosso Sejore: la scelta peggiore per mancato rispetto ambientale ed economicità».
Replica Matteo Ricci: «La sanità è il principale problema della città. Sono critico sull’eredità regionale degli ultimi cinque anni: non si è investito nel nord delle Marche, una scelta strategica sbagliata. La conseguenza? La crescita della mobilità passiva: ora serve invertire la tendenza. Invito la commissione a convocare Capalbo e Di Bernardo: bisogna capire come ci si riorganizza. Ceriscioli ha iniziato ad aggredire le criticità sulle liste d’attesa: il bilancio si farà più avanti, ma la partenza va nella direzione giusta». Ribadisce: «Il nodo è fare il nuovo ospedale. Se non c’è, anche la riorganizzazione è difficile. Il polo chirurgico su Pesaro e quello medico su Fano? Ha una logica solo se arriva il nuovo nosocomio. Necessario entro fine mese l’accordo con Fano: spero che si raggiunga già dalla prossima settimana. Se non arriva è giusto che decida la Regione. Stare fermi è la cosa peggiore. Un conto è avere una prospettiva temporale di 4 anni, altro paio di maniche è vivere una fase di transizione perenne. Le conseguenze sono su gestione e investimenti».
Sulla localizzazione: «La mia posizione? E’ dialogante ma resta quella del consiglio comunale. A Seri ho detto di non rilanciare su Chiaruccia: sarebbe come se noi ritirassimo fuori Case Bruciate. Fosso Sejore e Muraglia? Erano state individuate per la loro posizione tra Statale e Autostrada, caratteristiche che altri siti non hanno. Serve anche un nuovo rapporto con il privato: non significa che bisogna privatizzare la sanità ma che è sbagliato continuare a convenzionarsi con strutture private fuori regione».
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