PESARO – Viveva segregata in casa una giovane saromagrebina di 25 anni, residente nell’hinterland pesarese. Veniva malmenata dal marito 27enne e dal cognato, perché voleva integrarsi e vivere da occidentale. Per lei l’incubo è finito pochi giorni fa, con la denuncia ai carabinieri. Una storia di riscatto ma anche di violenze fisiche e morali che la donna ha subito per due anni. Per lei la situazione era divenuta insostenibile: ceffoni, minacce insulti fra le mura di casa avvenivano con regolarità. La giovane condivideva l’abitazione anche con il cognato e la suocera. Non portava il velo pur praticando la religione mussulmana e aveva voglia di conoscere la vita fuori da quelle mura, di incontrare gente, magari sue coetanee o connazionali e di portare a spasso il suo bambino di un anno e mezzo. Nulla di tutto questo le era però permesso. Nella denuncia ai carabinieri ha raccontato che il marito spesso le metteva le mani addosso per qualsiasi banale rimprovero, stesso atteggiamento da parte del cognato, solo perché in qualche occasione la giovane aveva tenuto, a loro dire, un comportamento non rispettoso. Più volte la 25enne aveva manifestato il desiderio di uscire per far spesa o andare a scuola di italiano ma la risposta era sempre la stessa, un secco no. Ai maltrattamenti che doveva subire partecipava anche la suocera. Ha raccontato ai militari che poteva uscire solo se accompagnata da uno dei tre componenti della famiglia. La giovane mamma ha trovato la forza di raccontare la sua storia solo alcuni giorni fa, quando è stata abbandonata insieme al figlio dalla sua famiglia. Senza preavviso se ne sono andati il marito, il cognato e la suocera, partiti alla volta del Marocco, lasciando la giovane senza lavoro e senza il minimo sostentamento. La donna ha sporto denuncia per maltrattamenti ed ora si trova in una struttura protetta insieme al suo piccolo.
fonte CORRIERE ADRIATICO