In un’oasi verde che cela ombre di illegalità, il parco Miralfiore si trasforma in un’arena di vigilanza intensiva. Qui, dove lo spaccio ha radici profonde, le forze dell’ordine hanno lanciato un’offensiva mirata, culminata ieri in un’operazione che ha sconvolto le abitudini dei trafficanti e promette di mantenere alta la pressione per i prossimi giorni. Un impegno che mira a strappare il controllo del territorio dalle mani dei pusher, in un’area da tempo identificata come epicentro del narcotraffico locale.

L’azione di ieri ha visto i carabinieri irrompere con controlli capillari, portando a segnalazioni e denunce immediate. Un giovane somalo è finito nel registro per possesso di hashish, mentre un nigeriano ha ricevuto una denuncia per aver fornito false attestazioni d’identità. I soliti spacciatori, che operano nel fitto boschetto di via Cimarosa sfruttando sentieri di fuga e vedette per eludere i controlli, questa volta hanno optato per la distanza, evitando del tutto il parco durante il blitz.
Ora, l’impegno si estende: per l’intera settimana, i carabinieri presidieranno l’area con rinforzi dal Battaglione Toscana e l’ausilio di unità cinofile specializzate. Un presidio costante che intende prevenire il ritorno dei trafficanti e garantire una bonifica duratura da un fenomeno che infesta uno dei punti più critici della città in termini di spaccio.
Mentre il Miralfiore riprende fiato sotto l’occhio vigile delle autorità, l’operazione segna un passo deciso verso la riconquista di spazi pubblici, con la promessa di una sicurezza rafforzata che potrebbe ridisegnare il volto di questo polmone verde pesarese.