Pesaro, inchiesta “Affidopoli” che coinvolge Matteo Ricci (Pd). Bomba dall’Avv.Genchi: “Dissero a Santini di far sparire il Pc”. Il “consiglio” gli sarebbe arrivato dal Comune. Ombre anche sul contratto

In un colpo di scena che scuote le fondamenta dell’amministrazione locale, emerge un’accusa gravissima nei confronti del Comune: qualcuno avrebbe suggerito a Daniele Santini, ex dipendente indagato, di far sparire il suo computer per occultare prove compromettenti. A lanciare la bomba è l’avvocato Gioacchino Genchi, nuovo difensore di Santini, che non esita a puntare il dito contro l’ente pubblico. Secondo quanto riportato da “La Verità”, Genchi ha rivelato che il “suggerimento” di eliminare il PC sarebbe arrivato direttamente dal Comune, al fine di nascondere tracce di un contratto di lavoro truccato.
L’avvocato ha rincarato la dose, affermando che l’accordo tra Santini e l’amministrazione era irregolare, con privilegi da amministratore bloccati e multiutilizzabile per scopi non chiari. “È come mettere un preservativo per violentare qualcuno”, ha paragonato Genchi in modo crudo, sottolineando che l’intento era chiaramente illecito.Santini, addetto alle attività di coordinamento della comunicazione, avrebbe fornito una versione diversa degli eventi durante l’interrogatorio. Ha parlato di un incarico occultato, con contributi modificati e una bolla falsa. Nonostante ciò, l’ex dipendente si è assunto le responsabilità, ammettendo di aver avuto accesso a fondi e pagamenti sospetti, inclusi bonifici che potrebbero nascondere tangenti.
La Procura indaga su questi elementi, con accuse che includono occultamento di prove e possibili corruzioni. Genchi, noto per le sue difese aggressive, ha enfatizzato che il suo assistito era in servizio percussivo di benefici, ma la frase chiave – “fa’ sparire il pc” – rimane al centro dello scandalo, un ordine che, se confermato, potrebbe travolgere l’intera amministrazione.Mentre le indagini procedono, Santini appare tranquillo ma determinato, pronto a dimostrare la sua innocenza. Questo caso, emerso dalle pagine de “La Verità”, solleva interrogativi profondi sulla trasparenza nelle istituzioni locali e potrebbe aprire la porta a ulteriori rivelazioni.
Resta da vedere se altre teste cadranno in questo intrigo di potere e segreti digitali.