Pesaro, indagine sul candidato del centrosinistra Matteo Ricci (PD): oltre 600 mila euro gestiti da Mario Santini con due no profit. Per l’ex sindaco le ipotesi di reato sono omesso controllo e vantaggio di immagine

È il cuore dell’inchiesta che da settimane tiene banco nelle Marche: il collaboratore di Matteo Ricci, Mario Santini, è al centro delle accuse per una complessa gestione di fondi pubblici, che avrebbero superato i 600 mila euro. Secondo gli inquirenti della Procura di Pesaro, Santini avrebbe usato due associazioni no profit – Opera Maestra e Stella Polare – come strumenti per dirottare ingenti somme di denaro destinate ad appalti e organizzazione di eventi pubblici.

Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro

Le due realtà, secondo l’accusa, non erano strutturate per svolgere tali attività. Attraverso un sistema circolare di affidamenti, Santini avrebbe facilitato un passaggio illecito di fondi, di cui oltre 100 mila euro sarebbero finiti direttamente sul suo conto personale. Quei soldi, spiega l’accusa, sono stati impiegati per spese personali, che vanno dai lavori per la casa, a viaggi, all’acquisto di mobili, fino al noleggio di attrezzature sportive.

L’ex sindaco e attuale candidato Pd alla presidenza della Regione, Matteo Ricci, pur non essendo indagato per gestione diretta, è coinvolto nell’inchiesta per un presunto vantaggio di immagine e per non aver esercitato un controllo adeguato sull’operato di Santini e di altri dirigenti comunali coinvolti. Al centro dell’indagine anche un possibile accordo tra Santini, Ricci e Stefano Esposto, presidente delle due associazioni, ritenuto il promotore delle no profit create con l’obiettivo di aggirare le regole sulla rotazione degli affidamenti diretti.

L’indagine prosegue con approfondimenti sulle modalità di assegnazione dei fondi e sui ruoli ricoperti da ciascuno degli indagati. Nel frattempo, Ricci ha espresso in tv la sua fiducia nella magistratura e la propria estraneità alle attività contestate al collaboratore.

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