Buone notizie per l’Ospedale di Novafeltria: avrà lo status di servizio di area disagiata, mentre la sua fine sarebbe stata certa se ancora la Valmarecchia fosse stata nelle Marche.
Questa notizia è importante perché affossa le voci messe in giro ad arte, dai soliti noti del PD, che i comuni secessionisti si sarebbero pentiti del recente passaggio di confine. Va ricordato che le condizioni dell’ospedale di Novafeltria al momento dell’annessione alla Romagna erano disperate e forse neppure a norma.
L’Assessore alle Politiche Sociali della regione Sergio Venturi ha rassicurato le popolazioni dell’Alta Valmarecchia: l’ospedale Sacra Famiglia di Novafeltria non diventerà una “casina della salute”. Lo ha fatto lunedì, a margine della visita riminese del Presidente Stefano Bonaccini. Era stato il comitato civico “Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria” a sollevare il caso, sottolineando una divergenza di vedute tra la Giunta Regionale e l’Ausl Romagna relativamente al futuro assetto del Sacra Famiglia. Ma ora i giochi sono quasi fatti: a metà ottobre arriveranno le nuove linee guida della programmazione sanitaria regionale in materia di ospedali e finalmente, come da risoluzioni votate dal Consiglio Regionale, il nosocomio di Novafeltria diventerà presidio per area particolarmente disagiata, in base all’applicazione del decreto Balduzzi: inserito nella rete dell’emergenza-urgenza, dotato quindi di pronto soccorso, reparto di medicina e di chirurgia con adeguata assistenza anestesiologica. Cagli e Fossombrone, anche i cittadini di questi due ospedali ambirebbero ad un tale trattamento invece grazie alla recente riforma delle reti ospedaliere approvata dalla Regione Marche si devono accontentare di essere trasformati in “case della Salute”, ovvero poco più che cronicari.
di Roberto Zaffini