Pesaro. Mamma protesta: «Sfilata da incubo: io e mia figlia strattonate e calpestate»

Una folla enorme, quasi 10mila persone – la stragrande maggioranza civilissime – che si sono accalcate in piazza Carducci e lungo tutto il percorso fatto dai carri del Carnevale dei ragazzi. E in mezzo alla folla che premeva, qualcuno ha avuto davvero paura. Ecco la lettera che ci ha inviato un mamma pesarese, Chiara Giannini, per raccontarci un’esperienza sicuramente non bella, almeno in base a quanto lei racconta, subìta sai da lei che dalla figlioletta di 9 anni.

«Scrivo queste righe – dice la donna – per esprimere la mia indignazione come mamma, in primis, ma anche come cittadina, rispetto ai fatti accaduti ieri domenica, al Carnevale di Pesaro, mia città. Dopo la sfilata di colori e allegria che hanno visto protagonisti spensierati, grandi e piccini, e alla quale stavo assistendo con mia figlia di 9 anni, ci siamo diretti, come da tradizione, in piazza del Popolo per ascoltare la proclamazione del Carro vincitore. Ci siamo posizionate, spalle alle Poste, a fianco del Carro di “Frozen” dal quale, generosamente, lanciavano dolciumi. Nel giro di pochi attimi, orde di cavernicoli adulti, maschi e femmine ( “persone”, sarebbe un termine troppo gentile per loro), ci hanno accerchiate, spintonate, strattonate e calpestate incuranti del fatto che avevamo delle bambine con noi, al punto che stavo perdendo di vista mia figlia».

«Alcuni di questi balordi – continua la mamma – (ma erano “persone” comuni, uno di loro persino padre di un bambino), rubavano, perché di furto si tratta, pacchi di biscotti direttamente dal carro, approfittando della distrazione dei lanciatori e nascondendo la refurtiva sotto i giubbotti (che squallore!). Ma la cosa peggiore è stata essere prese a gomitate, pugni, strattoni per accaparrarsi una caramella… Mia figlia di nove anni appunto, è stata scavalcata da un energumeno dietro di lei che le si è arrampicato letteralmente sulle spalle, dopo averla colpita violentemente all’occhio col gomito, nel tentativo di farsi strada. Piangente e dolorante, la bambina non riusciva neppure a divincolarsi e nessuno se ne curava. Io ho strillato perché la smettessero e affinché facessero attenzione, vista la presenza di bambini ma sono stata presa ad insulti e parolacce. Siamo riuscite a scappare da quella bolgia, fortunatamente, ma pur chiedendo aiuto, non ho visto nessun rappresentante delle forze dell’ordine lì vicino. Potevamo finire all’ospedale e le parole di mia figlia, ormai confusa e spaventata, la dicono lunga: ‘‘Mamma andiamo via ti prego! Ho paura. È il carnevale più brutto della mia vita!». Il Resto del Carlino