Pesaro. Mimosa selvaggia, scattano i sequestri Rabbia fiorai: «Bloccate gli abusivi»

Vigili urbani a caccia di mimose. Nel senso che ieri mattina le pattuglie si sono imbattute in via Verdi, via Branca, via Milano, via Saffi e altre strade in venditori improvvisati del fiore simbolo della festa della donna. Nessun commerciante abusivo è stato identificato dalle pattuglie, ma la merce in vendita è stata abbandonata a terra. Così, in poche ore, sono state sequestrate un centinaio di confezioni di mimose e depositate al comando. Probabilmente verranno distutte oppure donate a strutture di lungodegenza e assistenza.

Se quei commercianti abusivi fossero stati identificati, avrebbero avuto una multa da almeno 1000 euro. Ma è un rischio che non hanno corso in quanto all’arrivo delle pattuglie dei vigili urbani abbandonavano l’incrocio senza il minimo indugio. Significa che seguivano un ordine preciso. Meglio abbandonare tutto che farsi prendere. Dice il comandante della polizia municipale Gianni Galdenzi: «Abbiamo dato indicazioni alle pattuglie di contrastare questo abusivismo che immagino rimanga concentrato in questa giornata. Molti i cittadini ci hanno segnalato la presenza di questi venditori». Ma chi erano questi venditori? Sono stati visti rifornirsi da alcuni camion che si avvicinavano a loro per rifornire i fiori. Sicuramente ne hanno venduto migliaia a pochi euro a confezione in tutti i semafori di Pesaro oltre che nelle strade principali. Fino ad ora si erano visti solo venditori di fiori in postazioni fisse e soprattutto con permessi per la vendita ambulante mentre ieri c’è stato un vero e proprio assalto da parte di organizzazioni che sanno di aver tre o quattro ore di autonomia per piazzare i loro fiori prima dell’arrivo della forza pubblica. Cosa che è avvenuta puntualmente. Comunque, fino alle 14 c’erano ancora ragazzi stranieri con mimore ai semafori. GlI ultimi fuochi per i mariti al rientro a casa dopo il lavoro.

«Sequestrargli la merce non basta – sbotta il fiorista Massimo Di Maio –: è l’organizzazione che c’è dietro che andrebbe sradicato. Le forze di polizia intervengono, poveracci, ma che cosa accade? Dopo mezz’ora gli abusivi tornano imperterriti a fare le stesse cose». Di Maio è un fiume in piena: «Arrabbiato? Di più. Come me lo sono gli altri fiorai della città. I controlli dovrebbero essere sistematici, coordinati tra municipale, guardia di finanza e Prefettura. Se si permette che in strada chiunque possa vendere merce senza permessi, senza pagare le tasse dove finiremo? Noi, i regolari, cosa siamo, i più fessi?». Tra i professionisti ieri la rabbia si tagliava con il coltello. «A parte i soliti extracomunitari – testimonia Patrizia Pedinelli, fioraia al San Domenico – oggi (ieri per chi legge) abbiamo avuto anche un gruppetto di persone con un forte accento meridionale che con i sacchi pieni di mimose fermavano le persone per cercare di vendere i mazzetti già preparati a prezzi stracciati. E comunque non è solo la minosa e non è soltanto per la festa delle donne: qui è un continuo. Con le rose di San Valentino? Con i tulipani? Non capisco come facciano a vendere a quei prezzi: dieci tulipani a 5 euro. Ma chi li rifornisce?».

Stesso ragionamento, ma diversa professionista. «Ah io un giorno ho chiamato i carabinieri – testimonia Giordana Uguccioni fioraia in via Rossi –. Sono mesi che c’è un tipo che con un grosso vaso pieno d’acqua e mazzetti di fiori vende a prezzi stracciati fiori che nemmeno io posso permettermi. Chi li rifornisce? E’ l’organizzazione che andrebbe colpita. Altrimenti se si continua a non tutelare il commercio onesto con quali soldi pensiamo di tenere in piedi l’Italia?». «Mia mamma Fulvia Frenquellucci è fioraia alla Coop e prima di lei mia nonna: l’esperienza non ci manca – dice Giorgia Tombesi, responsabile del punto vendita in piazzale Matteotti –: oggi si è proprio toccato il fondo. Non è vendere un fiore, qui ti danno il mazzetto con la confezione e tutto. E con la faccia tosta, prima delle ricorrenze passano per sapere a che prezzi venderemo. Ma chi rifornisce questa gente? Chi gli confeziona i fiori?». Il Resto del Carlino