È stato arrestato e successivamente accompagnato alla frontiera per l’espulsione un trentenne di origine marocchina, ritenuto responsabile di tentata rapina e lesioni personali gravi. L’intervento decisivo è stato condotto dalla Polizia di Stato, che ha ricostruito una duplice vicenda avvenuta tra sabato 19 e domenica 20 luglio nella zona della stazione ferroviaria cittadina.
Tutto ha avuto inizio nella notte tra sabato e domenica, quando alla Centrale operativa è giunta la segnalazione di una violenta lite tra due uomini nei pressi dell’area cani della stazione. All’arrivo degli agenti, uno dei soggetti presentava il volto completamente tumefatto ed è stato immediatamente trasportato in codice rosso all’ospedale, dove i medici hanno scongiurato il pericolo di vita ma refertato gravi lesioni al capo con possibili esiti permanenti. Sul luogo dell’aggressione è stato rinvenuto anche il corpo contundente utilizzato: un tubo metallico per sella di bicicletta, insanguinato.
L’altro uomo coinvolto nella lite, successivamente identificato come cittadino marocchino, è stato arrestato per lesioni aggravate e condotto in Questura.
Durante le indagini, gli agenti hanno ipotizzato che lo stesso soggetto potesse essere l’autore di una tentata rapina avvenuta il pomeriggio di sabato, sempre nei pressi della stazione. Una donna aveva infatti contattato il 112, riferendo che, mentre attraversava in bicicletta il sottopasso ferroviario, un uomo aveva tentato di strapparle dal collo una catenina d’oro, non riuscendoci. Grazie alle descrizioni fornite dalla vittima e alla visione delle telecamere cittadine, gli inquirenti hanno potuto collegare il fatto allo stesso aggressore arrestato nella notte.
La conferma è arrivata con il riconoscimento formale effettuato dalla donna in Questura, che ha identificato senza esitazione il proprio aggressore.
L’uomo è stato quindi indagato anche per la tentata rapina e successivamente associato al carcere di Villa Fastiggi. Nella mattinata di oggi, venerdì 25 luglio, è stato accompagnato a Bari, presso un centro di permanenza temporanea, in vista della sua espulsione dal territorio italiano.