Piccoli comuni sulle barricate contro le «quote profughi». Il nuovo bando per l’accoglienza dei richiedenti asilo fa discutere i primi cittadini dei centri con meno di duemila abitanti. Il più arrabbiato è Elvino Del Bene, sindaco di Montecciccardo. «I criteri proposti dalla Prefettura non sono accettabili e io, in caso di eventuali richieste, sono pronto ad oppormi», tuona Del Bene. Come è noto la nuova assegnazione dei richiedenti asilo assorbe l’accordo siglato tra l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e il Ministero dell’Interno, secondo il quale la distribuzione dei migranti sarà proporzionale al numero degli abitanti di tutti i comuni della provincia ( fino ad una soglia massima di 2,5 migranti ogni mille abitanti), e terrà conto della presenza dei centri Sprar dislocati a Pesaro, Fano e Lunano. L’unica eccezione è stata fatta per i comuni sotto le duemila anime, venti nella nostra provincia tolto, appunto, Lunano, che saranno comunque chiamati ad ospitare sul proprio territorio fino a sei persone a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato.
Ma nemmeno questa correzione è bastata a placare gli animi, almeno a sentire Del Bene. «Mi ribello e mi sento autorizzato a contestare questa logica. Ricordo che Monteciccardo fa parte dell’Anpci, il sodalizio dei piccoli comuni italiani, che è un’associazione diversa e alternativa all’Anci. Dunque, non ci sentiamo di riconoscere un’intesa tra il Governo e un soggetto di diritto privato che non ci rappresenta» spiega, mettendo l’accento anche su un altro problema: «Sta aumentando il numero di minori non accompagnati. Per loro sono previsti, servizi diversi e che coinvolgono maggior personale. Ma, a fronte di una spesa che raggiunge i 90 euro al giorno, lo Stato ai comuni ne riconosce meno della metà e noi saremmo costretti a tagliare su asili e servizi».
Ne sa qualcosa il sindaco di Pietrarubbia, Maria Assunta Paolini: «Se la Prefettura ci chiamerà risponderemo che stiamo già facendo la nostra parte accogliendo due ragazzine in una struttura pubblica. Di più non possiamo fare». È pur vero che, qualora un’amministrazione locale si dichiari indisponibile, è previsto che siano gli altri comuni dell’Ambito territoriale a farsi carico di un numero relativamente contenuto di profughi. Ma la disponibilità su base volontaria pare sia molto scarsa. «Una ripartizione così concepita può avere un senso, ma è poco praticabile – osserva il sindaco Andrea Spagna, da Frontino – I comuni più piccoli non hanno capacità econonomica, in molti casi sono privi della pur minima struttura per l’accoglienza e si andrà a creare uno squilibrio». L’unica voce fuori dal coro è quella di Romina Pierantoni, prima cittadina di Borgo Pace, comune di 800 abitanti che è arrivato ad accogliere 60 migranti: «Con la nuova ripartizione è stato fatto finalmente un passo avanti – dice – E’ arrivato il momento di capire che il movimento migratorio è un problema che interessa tutti e come tale va organizzato ». Il Resto del Carlino