O la riqualificazione professionale per tutti i 27 dipendenti, ovvero un esborso dello Stato di oltre trecentomila euro, o il licenziamento di 14 lavoratori. È un vero e proprio ricatto quello che ha messo in atto il dirigente della Antica Piadina San Marino, come anche lui stesso ha sostanzialmente ammesso in una recente assemblea con i lavoratori.
Questi i fatti: il 14 luglio scorso il dirigente apre la procedura per la riduzione di personale di 14 unità; il 27 luglio avanza la richiesta di riqualificazione professionale per i 27 dipendenti dell’azienda, per la durata di 9 mesi. Poco dopo sospende la procedura di licenziamento in attesa che arrivi dal Governo una risposta favorevole alla domanda di riqualificazione professionale. Ma la risposta non arriva; anzi, il Centro Formazione Professionale boccia il progetto.
Ritengo che il Governo debba respingere sia la riduzione di personale, che la richiesta di riqualificazione professionale avanzata dall’azienda. Infatti, quello che sta portando avanti questo imprenditore, è un evidente tentativo di scaricare sulla collettività i costi della manodopera per centinaia di migliaia di euro, senza dare nessuna garanzia che – una volta terminato il contributo economico dello Stato – la sua attività prosegua mantenendo gli stessi livelli occupazionali. Non si può accettare un simile ricatto!
Altre scorrettezze commesse dall’azienda, sono il fatto che ha imposto la cassa integrazione in maniera unilaterale solo ad alcune persone, senza rispettare il principio di rotazione, provocando a questi lavoratori un rilevante danno economico. Inoltre, la lista delle 14 persone coinvolte nella domanda di riduzione di personale è stata fatta utilizzando criteri discrezionali e non conformi alla leggi.
Semmai dovesse realizzarsi la procedura di riduzione di personale, invito l’Esecutivo a richiedere dall’azienda la restituzione degli ingenti contributi pubblici che ha ricevuto negli ultimi anni, sotto forma di sgravi, abbattimenti, formazione professionale, ecc. che ammontano anche in questo caso ad alcune centinaia di migliaia di euro. Inoltre, se dovesse ridurre drasticamente l’organico, a mio avviso l’Esecutivo dovrebbe arrivare fino alla revoca della licenza alla società, in quanto l’azienda non avrebbe nessuna possibilità di proseguire l’attività produttiva attuale. Non sono d’accordo che siano stanziate risorse pubbliche per questo dirigente (peraltro sammarinese) che vuole farsi assistere dallo Stato senza dare nessuna garanzia per il futuro. Se si devono destinare risorse della collettività, meglio sarebbe darle direttamente ai lavoratori dell’azienda.
di Emanuel Santolini – Funzionario FULI-CSdL