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(ANSA) – CASAL DI PRINCIPE (CASERTA), 18 APR – “L’apertura
del commissariato di Casal di Principe è una vittoria dello
Stato, e per me è una soddisfazione doppia, visto che ricordo di
questo progetto quando ero responsabile della gestione dei fondi
europei, e sono dunque sono oggi qui anche per vedere i frutti
di quel lavoro”. È felice il ministro dell’Interno Matteo
Piantedosi nella sua visita a Casal di Principe (Caserta), dove,
affiancato dal capo della Polizia Lamberto Giannini e dal
sindaco Renato Natale, ha tagliato il nastro del commissariato
della Polizia di Stato, peraltro già operativo dallo scorso 3
aprile e già protagonista di alcune operazioni sul territorio.
Giannini ha parlato di “giorno importante, in cui abbiamo
raggiunto un risultato per il quale abbiamo lavorato tanto, e
sempre avendo come faro il sacrificio di don Peppe Diana, che ci
ha indicato la strada”.
Per Piantedosi e Giannini è la seconda visita nel Casertano
dopo quella del 16 febbraio scorso nel vicino comune di
Casapesenna, per presenziare all’abbattimento del covo dove fu
stanato Michele Zagaria. Simboli della lotta ai clan, come il
commissariato che sorge in pieno centro a Casal di Principe, in
quel corso Umberto I dove nel novembre 2008 il gruppo stragista
dei Casalesi guidato da Giuseppe Setola commise l’ultimo
omicidio della stagione del terrore che costò al Casertano 18
morti, tra cui i sei ghanesi della strade di Castel Volturno (18
settembre 2008). Proprio in quei mesi in cui Setola e i suoi
killer uccidevano senza pietà, nell’immobile confiscato al boss
Dante Apicella che oggi ospita il commissariato, fu insediata la
sezione dellla Squadra mobile di Caserta che catturò i sicari di
Setola e poi i latitanti storici dei Casalesi Antonio Iovine
(novembre 2010) e Michele Zagaria (dicembre 2011). “Fa piacere –
ha aggiunto Piantedosi – ritrovare una così grande sinergia
istituzionale. Oggi ci sono tutti qui, e siamo la maggioranza
rispetto ai criminali. Abbiamo pieno titolo a perseguire questi
obiettivi per tornare alla normalità. Non possiamo dire che la
mafia è arrivata alla fine, il percorso è ancora da completare,
ma siamo a buon punto”. (ANSA).
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