Picchia la moglie e si giustifica: “Avvocato guardi, lo dice Allah”

email abbiati - foto - Marie Sviergula, conservator of the University of Birmingham holds a Koran mauscript in Birmingham England on July 22, 2015. A Koran manuscript has been carbon dated to close to the time of the Prophet Mohammed, making it one of the oldest in the world, a British university said today. The two leaves of parchment, filled with "surprisingly legible" text from Islam's holy book, have been dated to around the early seventh century, the University said. AFP PHOTO / PAUL ELLIS

“Avvocato, perché sono sotto processo? Ho diritto di picchiare ia moglie se mi disobbedisce, guardi: lo dice il Corano”.

Si è difeso, o meglio giustificato così, un marocchino di 48 anni residente nella Valbelluna finito in Tribunale perché per anni dopo il suo arrivo in Italia ha segregato e picchiato violentemente la moglie. Come era solito fare al suo Paese e secondo le indicazioni date da Allah.

Il volere di Allah: pestare le donne
Non c’è stato modo di convincerlo che nel Belpaese non si può fare. Come racconta il Gazzettino, infatti, il marocchino si è presentato nello studio dell’avvocato Mina Ombretta Ponticello portando una copia del Corano per dimostrare di essere innocente. E infatti secondo il 48enne quello che è scritto nelle Sure del Corano dovrebbe essere legge pure in Italia. “Guardi avvocato – ha detto – alla Sura 34 si dice che posso batterla: mi spiega, allora, perché sono finito a processo?”.

Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che l’uomo non è arrivato pochi giorni fa nel Belpaese. Ma è qui da 9 lunghi anni. In Marocco faceva il poliziotto, ma venne licenziato perché – in barba alle indicazioni di Allah – era solito ubriacarsi. Così ha fatto le valige ed è arrivato nella Valbelluna. Dove oltre a far crescere i 4 figli picchiava selvaggiamente la moglie.

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