Pieri, Orsato? Problema è il fischietto già in bocca

(ANSA) – ROMA, 18 OTT – Un fischietto già in bocca, pronto
alla decisione: sta tutta qui, secondo Tiziano Pieri, l’origine
del caso gol di Abraham-rigore Roma che ha riportato l’arbitro
Daniele Orsato al centro delle polemiche. Secondo l’ex direttore
internazionale, ora commentatore Rai, il vantaggio sul rigore
esiste ma determinante è stata la dinamica del comportamento di
Orsato: se Orsato avesse avuto il fischietto in mano, come è di
solito, e non in bocca ci sarebbe stato tempo per valutare con
più freddezza. E magari anche per far appello alla Var.
    “La mia lettura”, dice Pieri – che puntualizza come il
vantaggio si possa applicare anche di caso di rigore – è che “la valutazione di Orsato sul primo contatto Abraham-Danilo gli
fa portare il fischietto in bocca. A quel punto, sul secondo
contatto, che è un calcio di rigore solare, lui fischia:
purtroppotutto quello che ne consegue dopo è anche figlio della
sfortuna”. Se invece “avesse avuto il fischietto in mano sul
contatto Szczesny-Mkhitaryan sicuramente non avrebbe fatto
tecnicamente in tempo a fischiare il calcio di rigore prima
della segnatura di Abraham”. “E’ vero – aggiunge Pieri – che da
un arbitro esperto e bravo come Orsato ci si aspetta sempre il
massimo. Il massimo sarebbe stato fischiare un attimo in
ritardo. Ma la sua istintività lo porta a essere sempre molto
perentorio nelle sue decisioni, sia tecniche che disciplinari. E
oggi con la Var forse c’è necessità di un cambiamento per tutte
queste tecnologie che possono subentrare”.
    Secondo Pieri “di sicuro quello che viene comunicato da
Orsato a Cristante, se è vero che ha detto che non si può dare
vantaggio, non corrisponde alla verità. Abbiamo visto altri
casi…Molto probabilmente voleva esprimere un concetto diverso
in quel momento”. Quindi Orsato avrebbe dovuto applicare il
vantaggio e far andare in gol Abraham, poi “la Var avrebbe
analizzato l’azione che ha portato al gol e se avesse intravisto
nel tocco di Mkhitaryan la volontarietà e la punibilità del
fallo avrebbe consigliato all’arbitro di rivedere il tocco di
mano ed eventualmente di assegnare il calcio di rigore”. Se
invece il toccofosse stato ritenuto frutto di una caduta “non
sarebbe mai stato da considerare falloso”. (ANSA).
   


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