E’ un numero particolarmente ricco quello di San Marino Fixing in distribuzione da oggi. Quattro pagine speciali sono dedicate alla Relazione del San Marino Forum 2009, elaborata dagli analisti di The European House – Ambrosetti. Uno specchio utile, inequivocabile, inconfutabile, di ciò che è la Repubblica di San Marino e soprattutto di ciò che è per l’Italia. Una risposta indiretta alle accuse lanciate, spesso in maniera imprecisa, dalla trasmissione Report di domenica scorsa.
Ecco il testo del servizio, realizzato da Saverio Mercadante.
Il prodotto interno lordo pro capite sammarinese nel 2007 è stato di 40.403 euro. La più ricca regione italiana, la Valle d’Aosta, arriva a 33.828 euro. L’Emilia Romagna è quarta con 31.746 euro. La media italiana è di 25.862 euro.
Il prodotto interno lordo sammarinese, secondo la rielaborazione degli analisti di The European House Ambrosetti, fonte Ufficio di Programmazione, è ripartito in questo modo: la maggiore quota, il 37,1 %, è generato dall’industria.
Al settore creditizio e delle assicurazioni, invece, è attribuito il 18,6%. Seguono gli altri settori. Questa è la fotografia dell’economia del Paese: la prevalenza dell’economia reale su quella finanziaria è tangibile e preponderante.
I redditi delle imprese
In merito alle performance reddituali delle imprese, secondo i dati della Camera di Commercio di San Marino, rielaborati da The European House-Ambrosetti, su un campione di circa duemila imprese, la crescita del fatturato dal 2004 al 2007, è stata del 19,9%; nel dettaglio, nell’anno 2007 il fatturato è stato di 3,738 miliardi di euro. L’utile d’esercizio sempre nello stesso periodo è diminuito del 5,7% (nel 2007 l’utile è stato pari a 116,7 milioni). Quindi, nonostante la crescita costante del fatturato, la redditività delle imprese registra nel quadriennio una variazione negativa, seppure in lieve crescita nell’ultimo anno. Sul versante della vitalità imprenditoriale (anni 2001-2008) il tasso di incremento medio annuo del numero delle imprese è stato del +5,53%. Il settore primario ha mostrato un – 1,92%, il settore secondario un + 1,72%, il settore terziario un + 6,69.
Il settore finanziario
Sottrattore di ricchezza o vantaggio economico per l’Italia? Nel suo monitoraggio puntuale, oggettivo, scientifico, gli analisti della The European-House Ambrosetti cercano di rispondere da ogni angolazione alla domanda decisiva: la Repubblica di San Marino costituisce una fonte di criticità e di sottrazione di ricchezza o di vantaggio per il Sistema Italia? Sul versante dei flussi finanziari si prende in considerazione allora la potenziale perdita di gettito fiscale per l’Italia.
La raccolta diretta e indiretta ammonta a 14,2 miliardi; dall’estero provengono 8,5 miliardi, circa il 60%. La crescita media annua della raccolta (2007-2006) stata di 1.497 milioni; circa il 60% dall’estero, 898 milioni. Su questa quota estera, l’80% proviene dall’Italia:719 milioni.
Gli analisti ipotizzano, su una base dell’aliquota italiana del 45%, una perdita potenziale di gettito fiscale per l’Italia nel 2007 di 323,4 milioni di euro. A cui andrebbero sottratti 10,67 milioni di ritenuta Ecofin trasferita all’Italia. Secondo l’elaborazione di Ambrosetti la possibile perdita di ricchezza per l’Italia potrebbe essere di 312,7 milioni.
La raccolta diretta e indiretta
Torniamo adesso ai 14,2 miliardi di raccolta diretta e indiretta del sistema bancario sammarinese perché si scopre una dato di grande interesse. La raccolta diretta, 8,156 miliardi, secondo i dati della Banca Centrale, produce liquidità per 3,345 miliardi di euro di cui 329 milioni indirizzati all’interbancario con l’Italia; e genera impieghi per 4,811 miliardi: 1/3 di questi sono impiegati in Italia, 1,603 miliardi. La raccolta indiretta è di 6,069 miliardi: 1/3 è impiegato in Italia, 2,023 miliardi. Il totale degli impieghi in Italia è quindi di 3,995 miliardi. Non c’è che dire una cifra piuttosto corposa. Riepilogando: al netto di quei 323,4 milioni di euro di potenziale gettito fiscale per l’Italia, la Repubblica di San Marino , se sottraiamo questa cifra dai complessivi 2,588 miliardi di di ricchezza generata dal-l’economia reale verso il Bel Paese ( il dettaglio nel box qui accanto) traina verso la Penisola 2,265 miliardi di euro.
Scudo fiscale: possibili impatti per il Titano
L’analisi di The EuropeanHouse Ambrosetti poi si sposta su un altro versante: lo scudo fiscale, affronta i suoi possibili impatti sulla raccolta bancaria del Titano. Lo scudo fiscale attuato dal governo italiano nel triennio 2001-2003 prevedeva l’applicazione di un’aliquota pari al 2,5% sui capitali riemersi. Il contribuente italiano poteva scegliere se rimpatriare il denaro (rientro fisico del patrimonio), oppure, se regolarizzare la propria posizione (rimpatrio giuridico) continuando a detenere il denaro presso i deposti esteri. Nel triennio 2001-2003 dalla Repubblica di San Marino sono emersi patrimoni italiani per un totale di 1,471 miliardi così suddivisi: rimpatri, 1,058 miliardi di euro (pari al 2,3% del totale italiano); regolarizzazioni 412,3 milioni di euro (pari all’1,3% del totale). Questi patrimoni hanno generato per le casse dello Stato italiano un gettito fiscale di circa 37 milioni di euro. I rimpatri di capitali in Italia da San Marino (1,058 miliardi di euro) hanno rappresentato una riduzione dell’11,4% dello stock della raccolta bancaria sammarinese al 2003, pari a 9,324 miliardi di euro. Il varo di un nuovo scudo fiscale da parte dell’Italia, secondo Ambrosetti, con un impatto simile a quello 2001-2003, potrebbe portare a una riduzione della raccolta nell’ordine di 1,65 miliardi di euro. Un autorevole banchiere italiano che opera nel Principato di Monaco, Enrico Braggiotti, ha stimato che, se prendesse corpo uno scudo fiscale europeo sulla scorta dell’azione concordata al G20 londinese, la perdita del sistema monegasco sarebbe di circa 1/3 della raccolta bancaria totale.
Per il sistema sammarinese uno scenario di questo genere significherebbe una riduzione di circa 4,6 miliardi di euro. Due sono gli effetti causati dal calo della raccolta bancaria a causa del varo di uno scudo fiscale. Il primo è l’impatto sul Pil derivante dalla variazione dei risultati economici degli istituti bancari. La riduzione del margine di intermediazione di ogni banca, e di conseguenza del proprio utile, comportano una minore contribuzione alla generazione del Prodotto Interno Lordo sammarinese da parte del settore bancario.
L’altro effetto si avrà sul bilancio dello Stato: il calo dell’ammontare imponibile delle banche comporta una riduzione delle entrate fiscali per il Paese, dovute al calo dell’imponibile delle banche. Inoltre, si deve considerare la perdita di entrate fiscali derivante dalla riduzione del reddito da capitale (interessi, commissioni, su operazioni, dividendi, plusvalenze).
Va sottolineato, però, con forza che la Repubblica di San Marino non è soltanto numeri, soldi, ma rappresenta un unicum straordinario per storia, centro storico e territorio, che non a caso, il Patrimonio mondiale dell’Unesco ha celebrato con l’inserimento nella sua prestigiosa Lista.
Il suo ruolo nei grandi organismi internazionali anche per questo ha raggiunto il posto che gli compete come grande rappresentante dei Piccoli Stati.