Ritengo che l’anno 1243 sia molto importante per San Marino perché l’identità aggregativa degli abitanti maturata intorno alla Pieve, come sostiene Carlo Verducci, sfocia nella costituzione della “universitas omnium hominum castri et curie Sancti Marini”, cioè nella formazione del comune, con propri magistrati, diritti e libertà, che si definiscono sotto la perdurante tutela del vescovo montefeltrano.
Nel 1243, insieme al vescovo, i consoli Filippo di Sterpeto e Oddo Scarito acquistano da Guido da Cerreto i diritti di passaggio per coloro che ogni anno, a settembre, nella ricorrenza del patrono, si recano alla fiera che si tiene nel borgo del castello che prenderà il nome di Mercatale.
San Marino non è sede vescovile e non ha prerogative cittadine. Però è resa città di fatto per il mercato settimanale, le mura, il convento. È il “Comune di Castello” che controlla il territorio circostante, acquista diritti su corti e fortilizi fino ad estendere le proprie pertinenze nel 1286, ai confini del comitato di Rimini.
Gino Zani ipotizza che tra il 1295 e il 1302, periodo dei primi statuti, gli abitanti fossero intorno a 1.500.
Emilio Della Balda