Pinarella di Cervia, travolta sulla spiaggia. Il consorzio Consar chiarisce: “Non era più nei nostri organici”. L’indagine va avanti

Dopo il drammatico incidente costato la vita a Elisa Spadavecchia, la donna travolta da una ruspa sulla spiaggia di Pinarella sabato scorso, emergono nuovi elementi sull’identità e sul ruolo del conducente del mezzo, un uomo di 54 anni ora formalmente indagato per omicidio colposo.

Secondo gli accertamenti avviati nei giorni successivi alla tragedia, il ruspista non risultava più alle dipendenze dirette della Consar, il consorzio che si occupa della manutenzione degli arenili su incarico della Cooperativa Bagnini di Cervia. Una circostanza emersa durante una riunione interna convocata martedì scorso, in cui i vertici del consorzio – tra cui il presidente Veniero Rosetti – hanno riesaminato gli atti contrattuali per chiarire l’effettiva posizione dell’operatore.

Dalla verifica è emerso che il 54enne non collaborava ufficialmente con Consar da circa due anni. I lavori in quel tratto di spiaggia risultavano invece affidati a una ditta individuale intestata al figlio dell’uomo. Un dettaglio che apre nuove ipotesi investigative: è plausibile che il padre stesse operando in modo informale proprio per conto del figlio, pur non figurando nei documenti ufficiali del consorzio.

Questa eventualità appare coerente anche con quanto riferito da alcuni operatori balneari della zona, che confermano di aver visto spesso il ruspista all’opera su quel tratto di litorale, anche dopo il presunto termine del suo rapporto diretto con Consar.

Le indagini, coordinate dalla procura, dovranno ora stabilire se vi siano state irregolarità nei subappalti o nell’affidamento operativo dei mezzi da cantiere, oltre a verificare se l’attività dell’uomo fosse effettivamente conosciuta – o tollerata – dai responsabili della sicurezza.

Intanto la comunità di Pinarella resta scossa da una tragedia che ha sollevato interrogativi sulla gestione dei lavori in spiaggia, soprattutto in zone frequentate da turisti e famiglie. La vicenda ha riportato al centro il delicato equilibrio tra manutenzione degli arenili e tutela dell’incolumità pubblica, con l’auspicio che le verifiche in corso possano fare piena luce su una vicenda che, al momento, lascia ancora molte ombre.