Pini di Lido di Savio: sentenza, ma nulla di fatto

Pini di Lido di Savio. Il TAR si pronuncia, ma con un nulla di fatto.

Dopo l’accoglimento della sospensiva, e dopo aver respinto la richiesta del Comune che tornava alla carica per chiedere di poter abbattere, il Tribunale Amministrativo dell’Emilia Romagna dichiara improcedibile il ricorso per carenza di interesse. Tradotto, le ordinanze emesse dal Comune con lo scopo di tagliare gli alberi di viale Romagna e prontamente impugnate dai cittadini e dall’associazione Animal Liberation tramite l’avvocata Virginia Cuffaro pronta a tempi di record, avevano durata limitata, ed ora sono scadute. Il Tribunale comunque dichiara che “l’Ente dovrebbe in ogni caso emettere un eventuale nuovo ed autonomo provvedimento, che potrebbe anche avere contenuti diversi e che comunque i ricorrenti avrebbero l’onere di impugnare”. In poche parole, tutto potrebbe procedere all’infinito: il Comune emette ordinanza per abbattere, i cittadini impugnano, le ordinanze scadono prima che il Tribunale si esprima, e il ricorso decade. Tutto questo è stato ricordato dall’avvocata Cuffaro in sede di udienza, ma il Tribunale non ha evidentemente ritenuto di doversi pronunciare sulle contestazioni alla base del ricorso, ovvero le prove che dichiarano gli alberi a rischio crollo, redatte dall’agronomo Morelli per conto del Comune utilizzando coefficiente di vento non rispondente all’evidenza dei fatti. 

Il TAR comunque non ha condannato i cittadini alle spese, segno che il ricorso non era campato per aria. 

Nel frattempo, due elementi di novità: l’allerta meteo del 15 maggio, con venti di burrasca ad oltre 80 km/h, che hanno divelto le transenne poste a chiusura di viale Romagna ma non hanno minimamente scosso gli alberi a detta del Comune in procinto di crollare, e il dato sui sinistri causati ad auto e pedoni dai pini del viale, sinistri che il Comune aveva citato come numerosissimi: in realtà risulta che siano pressoché pari a zero. 

Insomma, un accanimento inspiegabile contro i poveri pini, bellissimi, salutari e in salute del viale, pur di fare andare avanti il “Parco (?) Marittimo”, contro l’evidenza dei fatti e contro la volontà di 3000 residenti, operatori commerciali e turistici, proprietari di seconde case e turisti. I cittadini stanno valutando come procedere.