
Un viaggio nelle tenebre dei casi giudiziari e criminali più controversi arricchito dal supporto di chi, indossando la divisa, li ha affrontati.
Torna Detectives, casi risolti e irrisolti, il programma true crime di Rai Approfondimento, condotto da Pino Rinaldi, che in sei serate approfondisce alcuni dei casi di cronaca più eclatanti degli ultimi anni. Per farlo hanno spazio gli investigatori della Polizia di Stato. Le puntate sono visibili in seconda serata su Rai 2 da sabato 15 aprile.
“Il nostro obbiettivo è quello di metterci al servizio non solo dello spettatore, ma della comunità e fornire un racconto dettagliato dei fatti. Con un delitto di Roma è accaduta una cosa particolare: per la morte è accusato il marito, che secondo i media era sospettato anche di altri omicidi. Lavorando sul caso abbiamo notato una fake news”. La nuova stagione è stata presentata nella sede Rai di Viale Mazzini dallo stesso Rinaldi che firma anche il programma alla presenza di Antonio Di Bella, Direttore Rai Approfondimento, del Ceo Verve Media Company Lorenzo Torraca e di Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia.
Rinaldi (in passato firma di punta di Chi l’ha visto, ma anche di altri programmi come Commissari, su Rai3) prosegue: “Detectives entra nel filone del servizio pubblico e proviamo a rimettere tutte le cose in fila. L’edizione è composta da sei puntate, nelle quali raccontiamo quattro casi irrisolti e tre risolti. “Per raccontare un caso è necessario avere tutte le carte in mano e conoscere alla perfezione la vicenda. Tra i casi di cui parliamo c’è quello di un uomo che era scomparso da tempo. Dopo quattro anni hanno ritrovato il suo borsello con i documenti. A fianco, poi, c’era uno scheletro. Nonostante le apparenze iniziali, gli investigatori hanno stabilito che quello scheletro era composto dalle ossa di cinque diverse persone. Le forze dell’ordine hanno lavorato in modo incessante sul ritrovamento, che però non ha portato ad alcun risultato”.
In diversi appuntamenti esce fuori “la grande umanità dei poliziotti, che spesso sono riusciti a risolvere le inchieste solo grazie all’istinto e alle loro capacità investigative”. Per Di Bella: “Questo è un programma che ha al centro l’aspetto umano dell’investigatore. E’ un prodotto interessante e non banale, che dà l’idea di una polizia vicina alle persone”.
Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia, aggiunge: “Nel programma viene fuori l’aspetto tecnico degli investigatori, ma anche quello umano. Il fatto che i casi irrisolti rimangano nella coscienza dei professionisti fa capire in che modo affrontiamo il nostro lavoro”. Nella sua carriera qualche caso l’ha colpita di più? “Io vivo in Prati, a Roma, la sede di Viale Mazzini è a due passi, ho seguito la storia in gioventù e passo spesso sotto via Poma. Non riesco a dimenticare quella vicenda, come ovviamente il caso Orlandi. Poi certo la confessione che mi ha fatto in una notte che diventa alba Ferdinando Carretta a Londra di aver sterminato la famiglia. Io so quello che nessun altro sa, in quel momento. Mi diceva non mi tradirai, posso ripensarci. Ero terrorizzato. Mi ricordo che chiamai la mia analista. Poi tutto si risolse e venne in Italia”.
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