San Marino apre le porte a un nuovo quadro fiscale che si oppone alle doppie imposizioni e si rivolge ai giocatori italiani di poker live. Si attendono con impazienza le norme annunciate mirate ad evitare al contribuente di essere tassato sul medesimo reddito da due Stati differenti e ad invogliare dunque i player a recarsi a San Marino per sedersi al tavolo verde.
L’Italia e la Repubblica di San Marino hanno deciso di evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito per prevenire le frodi fiscali e la convenzione è stata ratificata il primo gennaio 2014. La legge di riferimento è la numero 88 del 19 luglio 2013 e questa inversione di rotta, mira anche e soprattutto ad attirare quei giocatori live che negli anni passati si sono fatti frenare dalla tassazione, nonostante negli ultimi tempi questa fosse calata.
La doppia imposta fa leva sull’autonoma potestà impositiva dei singoli Stati, che applicano sia la tassazione su base mondiale che la tassazione su base territoriale. La prima fa leva sulla residenza del soggetto, che deve rispondere allo Stato di tutti i suoi averi, mentre l’altra si rivolge ai non residenti che vengono comunque tassati su certi redditi a seconda di dove li hanno guadagnati.
Questi sono ormai “problemi” vecchi per San Marino, le cui aspettative, con l’introduzione del cash game, sono quelle di creare un polo pokeristico attrattivo nella parte centrale dell’Italia, in modo da accontentare quei giocatori che non possono intraprendere viaggi e trasferte verso i casinò autorizzati della penisola, che sono solo 4 e locati tutti al nord.
Le novità sammarinesi non finiscono qui. La Repubblica offre infatti il secondo corso di formazione per dealer professionale abilitate in Torneo Ultimate Poker, Ultimate Texas Hold’Em Poker, Texas Hold’Em Poker cash, Black Jack, Mini Punto e Banco. Gli organizzatori, che hanno aperto le iscrizioni a tutti i residenti nell’Unione Europea, sono la Giochi del Titano Spa e il Centro di Formazione Professionale della Repubblica di San Marino.
La figura del dealer è sempre più ricercata nei casinò, in modo direttamente proporzionale alla crescita degli amanti del poker. Coloro che durante la scorsa primavera hanno seguito La Casa degli Assi, il talent sul poker sportivo targato PokerStars e Magnolia, ricorderanno che Jackelin Amado, tra i migliori al tavolo verde, si era avvicinata al Texas Hold’em proprio lavorando in un casinò.
Il dealer, conosciuto anche come mazziere, si occupa dei giochi americani e dunque del poker e delle sue varianti. Coloro che prestano servizio in uno dei quattro casinò statali sono dipendenti comunali assunti tramite concorso pubblico, ma è possibile esercitare anche presso realtà quali navi da crociera, circoli e società privati, sale da gioco estere. L’unico must consiste nel possedere la certificazione adatta, rilasciata da scuole o centri di formazione accreditati.
Quello del dealer è un lavoro di grande responsabilità e l’assoluta padronanza delle regole del poker è preliminare. Chi si intende del gioco sa che dire “poker” è generico dato che le varianti sono molte. Il dealer non deve solo girare le carte senza commettere errori, che si rivelerebbero fatali, ma deve anche supervisionare l’intero processo al tavolo verde come le puntate, il turno di ciascuno, chi esce dal gioco e chi vi rimane e così via.
La forma fisica non è certo di secondaria importanza dato che un dealer può restare seduto ore e ore durante i tornei per i quali una sera non è sufficiente. Questo mestiere, retribuito in Italia con circa 1.500 euro al mese, potrebbe essere la via giusta per chi ama il poker e le sue varianti e non si stanca mai di assistere a partite che, anche se non sono le sue, hanno sempre qualcosa da insegnare.
