Trentasette anni dopo la tragica notte del 23 marzo 1988, il caso di Luca Orioli e Marirosa Andreotta torna sotto i riflettori. I due giovani fidanzati furono ritrovati senza vita nella casa di lei: lui riverso a terra, lei immersa nella vasca da bagno. All’epoca le indagini conclusero che la causa fosse stata l’esposizione al monossido di carbonio, ma il dubbio non è mai svanito.
A sollevare nuove perplessità è soprattutto la madre di Luca, Olimpia Fuina Orioli, oggi 84enne. Da anni, la donna sostiene con determinazione che si sia trattato di un delitto e non di un incidente. Tra gli elementi che alimentano la sua convinzione ci sono la porta del bagno aperta, la presenza di una ferita alla testa di Marirosa e un trauma a un testicolo di Luca.
Negli anni, anche alcuni magistrati hanno manifestato dubbi sulla ricostruzione iniziale. Il giudice istruttore Michele Salvatore nel 1989 respinse l’archiviazione del caso, chiedendo ulteriori approfondimenti, e Luigi De Magistris, allora pm, parlò apertamente di un possibile duplice omicidio.
Oggi, lunedì 18 agosto, l’avvocato di Orioli ha presentato un’istanza alla Procura generale di Potenza per far riaprire le indagini e accogliere nuovi accertamenti, tra cui l’ascolto di sacerdoti, amici, vicini e gli ex pm che si occuparono del caso, oltre alla possibile riesumazione dei corpi per nuove analisi medico-legali.
La madre di Luca ricorda anche il legame speciale dei ragazzi e il segreto confidato da Marirosa al fidanzato, elementi che secondo lei avrebbero potuto scatenare reazioni estreme. Inoltre, emergono riferimenti a festini nel villaggio turistico locale, citati da un ex collaboratore di giustizia, a cui avrebbero preso parte persone influenti, ma senza dettagli pubblici confermati.
Sola e determinata, Olimpia Orioli continua a chiedere giustizia per suo figlio, convinta che dietro la tragedia ci sia qualcosa che la legge non ha ancora svelato. “Non smetterò mai di cercare la verità su Luca”, afferma con fermezza, riprendendo la sua battaglia contro il tempo e l’indifferenza.