Roma, 5 agosto. “Ennesimo pasticcio al ministero della Giustizia. Dopo un anno di stallo è stato firmato, il 30 luglio 2020, il nuovo decreto sulla riorganizzazione del GOM (Gruppo operativo mobile) della Polizia penitenziaria. Un provvedimento monco, perché restituisce al GOM l’autonomia contabile, ma non aggiunge nulla all’operatività pratica e concreta del Gruppo. Niente di nuovo, quindi, sull’organico, sull’addestramento, sulla dotazione e di mezzi e strumenti tecnologici per garantire l’ordine e la sicurezza nei reparti carcerari. Gli estensori del decreto hanno visto bene di recepire solo parte del pacchetto di proposte che avanzai nel mio ruolo di sottosegretario alla Giustizia. E non è un caso. Circa un anno fa, il 9 agosto scorso, quando ancora la Lega era al governo, ci fu il tentativo di far passare la riorganizzazione del GOM sotto silenzio. A mia insaputa fu messo in discussione un testo di decreto che avrebbe segnato, nei fatti, la fine del Gruppo se, in extremis, non ci fosse stata la ferma opposizione mia personale e della mia segreteria in una riunione fissata d’urgenza, senza aver avuto una preventiva conoscenza sui contenuti del decreto. L’impressione è che i vertici del ministero di via Arenula continuino ad essere affetti da un pregiudizio nei confronti della Polizia penitenziaria e delle sue effettive necessità”.
Così in una nota il parlamentare della Lega Jacopo Morrone.
Ufficio Stampa Lega Romagna