Polonia, sventato attentato a Zelensky all’aeroporto di Rzeszów: coinvolto ex militare al soldo di Mosca

La scia di sangue lasciata dai raid russi sull’Ucraina non ha spento i riflettori sulla sicurezza personale del presidente Volodymyr Zelensky. Mentre Kiev piange nove vittime, tra cui una bambina di 11 anni, in seguito all’ennesima notte di attacchi missilistici, le autorità ucraine hanno sventato un nuovo tentativo di assassinio ai danni del capo di Stato.

Il piano prevedeva un’azione esplosiva all’aeroporto di Rzeszów, in Polonia, lo snodo utilizzato da Zelensky per i suoi spostamenti da e verso l’Ucraina. A orchestrarlo, secondo l’intelligence di Kiev (SBU), una cellula dormiente risalente all’epoca sovietica: al centro del complotto un militare polacco in pensione, reclutato dai servizi russi. L’uomo, secondo gli investigatori, avrebbe dovuto individuare e reclutare ulteriori collaboratori per raccogliere informazioni sensibili sul terminal. L’attentato sarebbe potuto avvenire mediante un drone carico di esplosivo o con l’intervento di un gruppo armato dotato di fucili di precisione.

La minaccia, tuttavia, non si ferma alla Polonia. Nuovi elementi investigativi fanno emergere un altro tentativo di attentato progettato durante la visita di Zelensky in Portogallo nel maggio 2023. Due appartenenti al Movimento armillare lusitano (MAL), formazione neonazista portoghese considerata dagli inquirenti di stampo terroristico e sovversivo, avrebbero ipotizzato un’azione violenta contro il presidente ucraino. In quell’occasione, l’attentato sarebbe dovuto essere eseguito da cittadini russi.

Questi sviluppi arrivano in una fase diplomatica delicata, alla vigilia del vertice NATO dell’Aia, mentre Zelensky è impegnato in una tournée europea per rafforzare gli aiuti militari all’Ucraina. Durante la sua tappa a Londra, è stato accolto con calore da Re Carlo III e ha incontrato il nuovo premier britannico Keir Starmer, sottolineando l’importanza della cooperazione con il Regno Unito nella protezione del Paese.

Intanto il segretario generale della NATO Mark Rutte ha ribadito l’impegno dell’Alleanza per l’adesione dell’Ucraina e ha confermato la promessa di 35 miliardi di euro in aiuti militari da parte dell’Europa e del Canada per il 2025. Una cifra ritenuta essenziale da Kiev per arginare la crescente offensiva russa, intensificata da un numero sempre maggiore di droni e missili lanciati sul territorio ucraino.

Sul fronte interno, l’ultima ondata di bombardamenti ha colpito duramente Kiev, causando la morte di 9 civili e il ferimento di 33 persone. Tra le vittime anche madre e figlia rimaste sotto le macerie per ore. Altri attacchi sono stati registrati nella regione di Odessa, dove un raid ha colpito una scuola chiusa per le vacanze, uccidendo due dipendenti.

In un contesto segnato da dolore, distruzione e minacce internazionali, l’Ucraina cerca risposte concrete da un’Europa ancora divisa e da un’alleanza atlantica chiamata a dimostrare compattezza. E intanto, salva ancora una volta la vita di chi ne incarna la resistenza.