In provincia di Lecce, lungo la Sp 358 che unisce Otranto a Santa Maria di Leuca, c’è un ponte diventato un’attrazione per i turisti in cerca di un tuffo spericolato che aspetta uno stanziamento di 900mila euro per lavori di manutenzione su armature, copriferri, giunti e barriere. Nel Pisano il ponte al chilometro 11,400 della Sp 31 avrebbe bisogno di 400mila euro per “evidenti fenomeni erosivi” che rendono necessario un “consolidamento” delle fondazioni e delle travi. E ancora: situazione simile nel comune di Carunchio, lungo la Sp 212, e ancora a Voghiera, in provincia di Ferrara, lungo un viadotto-cavalcavia vicino al raccordo autostradale. A Bellano, nel Lecchese, si attendono 200mila euro per il “rivestimento interno della galleria in roccia” delle Tre Madonne, lungo la Sp 72 del Lago di Como.
Il Piano delle piccole opere a Conte – Per questo, durante l’incontro con il premier definito “molto positivo” con “aperture” all’avvio del confronto sulla revisione della riforma e “molta attenzione” al dossier investimenti, l’Unione delle Province ha chiesto al premier un Piano delle piccole opere che “consentirebbe tra il 2020 e il 2021 l’apertura di più di 3.200 cantieri” che costerebbero circa 4 miliardi in totale. Ma servirebbero “per restituire ai cittadini un patrimonio pubblico sicuro, moderno, efficiente” e allo stesso tempo per “assicurare alle imprese locali nuove possibilità di rilancio”. Nel tavolo a Palazzo Chigi l’Upi ha ricordato anche la “evidente sperequazione” tra le risorse a disposizione di Anas “per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei 30mila chilometri di rete viaria gestita” a fronte di quanto a disposizione di Province e Città metropolitane per la manutenzione degli oltre 121mila chilometri di strade.
I soldi “reali”: 400 milioni in 3 anni – Di fronte a questi numeri non basta quella “rinnovata attenzione” riconosciuta dall’Unione delle Province agli ultimi provvedimenti finanziari varati dal governo. Tra legge di Bilancio 2020 e decreto Milleproroghe ci sono in ballo incrementi di fondi per un totale di 3,4 miliardi tra il 2020 e il 2034. Solo poco più del 10 per cento sarà però disponibile nel triennio 2020-2022: 50 milioni nei prossimi mesi, 100 il prossimo anno, 250 milioni per il 2022. Oltre alla possibilità di accedere al fondo enti locali che cofinanzia, fino a un massimo del 80%, la redazione di progetti finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici e delle strutture pubbliche. Intanto su strade provinciali e ponti o sotto le gallerie in gestione continuano a passare ogni giorno migliaia di automobilisti. E non è solo una questione di potenziali rischi, ma anche di occasioni mancate. La Provincia di Arezzo, per dire, avrebbe bisogno di poco più di 1 milione di europer mettere in sicurezza 3 ponti e allargare la sede stradale della Sp 540 all’altezza del comune di Bucine. Un progetto ritenuto importante per la viabilità del Valdarno, oltre che per la zona industriale e lo sviluppo turistico della Valdambra perché quella strada è la più rapida e veloce verso Siena. Il Fatto Quotidiano