Porte aperte ed accoglienza ad oltranza ma non in Vaticano …. di Gianni Toffali

Gianni Toffali

Sin dal primo giorno dell’elezione il mantra di Papa Francesco ha predicato la politica delle porte aperte e dell’accoglienza ad oltranza. Poi, come un fulmine a ciel sereno, il 19 dicembre scorso, dodici anni di sermoni senza varianti o riposizionamenti, sono stati infranti dall’onda d’urto di un decreto che sembra scritto dal quartetto Cetra dei sovranisti Trump – Vannacci – Salvini – Meloni. Il decreto anti accoglienza stabilisce la pena da 1 a 4 anni e la multa da 10mila a 25mila euro per “chiunque fa ingresso nel territorio dello Stato della Città del Vaticano con violenza, minaccia o inganno”. Il comma 2 dell’articolo 1 del decreto, entra nei dettagli specificando che «si considera verificatosi con inganno l’ingresso avvenuto con elusione fraudolenta dei sistemi di sicurezza e di protezione dello Stato ovvero sottraendosi ai controlli di frontiera». Enigma: le associazioni e i movimenti della galassia immigrazionista e gli ideatori del melting pot interrazziale, cioè gli stessi che “ieri” riempivano le piazze al grido di “morte ai non inclusivi, ai fascisti e ai razzisti”, avranno il coraggio di ripetere le identiche critiche all’ex beniamino dei migranti, dei poveri e dei senza dimora?

Gianni Toffali