Potrebbe essere stato un eccesso di polvere da sparo nel fucile di scena a causare la tragedia che ha sconvolto contrada Dragonara, la frazione rurale di Potenza nella quale due persone sono morte e altre cinque sono rimaste durante una rievocazione storica in piazza. Secondo le prime ipotesi, solo uno dei fucili, quello imbracciato da una delle due vittime, è esploso, investendo Agostino Carullo, il figurante che lo reggeva in mano, e proiettando schegge di ferro sulle persone vicine.
Oltre a Carullo, che aveva 55 anni, le ferite si sono rivelate mortali che per un altro figurante impegnato nella raffigurazione Donato Gianfredi, che di anni ne aveva 56 e che è spirato dopo essere stato portato d’urgenza all’ospedale San Carlo di Potenza. Gravi sono altri due feriti: uno di loro ha perso un braccio, mentre l’altro, un bambino di 5 anni, è stato raggiunto da un frammento che gli ha causato danni a polmone, diaframma e fegato. E’ stato operato appena arrivato in ospedale e ora è in rianimazione: la prognosi per lui è riservata. Una donna di 37 anni ha invece riportato una frattura al braccio destro: guarirà in un mese. Altre due persone – si è saputo dall’Azienda ospedaliera potentina – sono state medicate per escoriazioni di poco conto e sono state dimesse già nella tarda serata di ieri.
La rappresentazione della “Notte dei briganti” era una festa per il borgo lucano, che quest’anno stava proponendo la scena nella quale i soldati del “Battaglione Tiragliatori della Guardia Reale” simulavano la fucilazione di una brigantessa. Attorno alle 22 l’imprevisto mortale. Molte delle persone presenti sono state ascoltate dalle forze dell’ordine per ricostruire l’accaduto. Sono stati effettuati anche rilievi nella piazza mentre tutte le armi di scena sono state sequestrate. Quei fucili – tante volte usati in altre rappresentazioni di fatti storici – avevano già sparato. I figuranti come già era avvenuto in passato, li hanno caricati con la polvere spinta da una bacchetta e poi hanno preso la mira: un botto, una fiammata, del fumo. Ieri sera, però, al momento della finta fucilazione, il botto è stato molto forte, più del normale secondo alcuni testimoni: è un particolare che potrebbe nascondere la chiave per capire ciò che è successo. “Sembrava una guerra”, ripetevano, fin dalla notte di ieri, familiari e amici delle persone coinvolte.
Fonte: IL MESSAGGERO