Stop al precariato. A pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, 150 insegnanti precari spediscono una lettera aperta al segretario di Stato per l’Istruzione, Romeo Morri, dal titolo “Precariare stanca!”.
I docenti, si legge nella missiva, sono coscienti della situazione delicata che vive il Paese, ma chiedono “una soluzione all’annoso problema del precariato”, sottolineando che “nessun risparmio scaturirebbe dal ventilato congelamento”. Ben venga, aggiungono, la formazione degli insegnanti, ma per una scuola di qualita’ non basta: prioritarie sono anche le condizioni di lavoro, “un aspetto che dovrebbe venir prima di consulenze esterne, corsi di vario tipo e natura, convegni”.
Sul Titano, ricorda la lettera, “il precariato degli insegnanti e’ pluriennale”, anche 20 anni, e “diffuso”. Riguarda per esempio “gli insegnanti in servizio a orario pieno, che lavorano con classi che altrimenti rimarrebbero scoperte e svolgono le stesse identiche mansioni dei colleghi di ruolo senza avere gli stessi diritti”. Ma anche gli insegnanti per l’integrazione”, impedendo cosi’ “qualsiasi forma di programmazione pluriennale e di garanzia di continuita’ nei confronti degli alunni seguiti”.
Dunque, ribadiscono i 150 precari, se non si risolve la questione “difficilmente si potra’ dare una risposta positiva agli alunni, in particolare a quelli con maggiori difficolta’”.
Il precariato infatti comporta non solo “una penalizzazione sociale ed economica”, ma anche incertezza sull’incarico.
Insomma, dai docenti arriva un vero e proprio appello per Morri affinche’ traduca in fatti “le intenzioni piu’ volte espresse di volere affrontare la questione, che per la sua entita’ e’ diventato un vero fenomeno discorsivo”, avviando “una seria trattativa con il sindacato e tutte le parti in causa”.
Della torre1