“Premier donna grande novità. Il 2023 sia l’anno della pace”

Consueto discorso di fine anno per Sergio Mattarella, che come ogni 31 dicembre si è presentato agli italiani per il consueto bilancio dei 12 mesi appena trascorsi. Quello dell’anno scorso era stato impostato da Sergio Mattarella come un messaggio di commiato, avvicinandosi la fine del settennato. Ma un susseguirsi di eventi hanno portato il presidente della Repubblica ad accettare la rielezione per un secondo ciclo, che lo porta al suo ottavo discorso. In piedi, nella sala della Musica, con il panorama di Roma notturna alle spalle, accanto le bandiere di Italia, Europa e Quirinale e il tradizionale albero di Natale. Sergio Mattarella accoglie così gli italiani nel palazzo della Presidenza per il primo discorso di Fine anno del suo secondo mandato.

Un anno addietro, rivolgendomi a voi in questa occasione, definivo i sette anni precedenti come impegnativi e complessi. Lo è stato anche l’anno trascorso, così denso di eventi politici e istituzionali di rilievo. L’elezione del Presidente della Repubblica, con la scelta del Parlamento e dei delegati delle Regioni che, in modo per me inatteso, mi impegna per un secondo mandato. Lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni politiche, tenutesi, per la prima volta, in autunno“, ha esordito il presidente della Repubblica.

Un passaggio del discorso del capo dello Stato è stato dedicato a Giorgia Meloni: “Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna. È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà“. Sergio Mattarella ha sottolineato come “nell’arco di pochi anni si sono alternate al governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento, in diverse coalizioni parlamentari. Quanto avvenuto le ha poste, tutte, in tempi diversi, di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare“. E ha messo in evidenza che “riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori“. Quindi, ha voluto ricordare come domani ricorra il 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, “la nostra bussola“, il cui “rispetto è il nostro primario dovere, anche il mio“.

Sull’Ucraina, ha dichiarato: “Si prova profonda tristezza per le tante vite umane perdute e perché, ogni giorno, vengono distrutte case, ospedali, scuole, teatri, trasformando città e paesi in un cumulo di rovine. Vengono bruciate, per armamenti, immani quantità di risorse finanziarie che, se destinate alla fame nel mondo, alla lotta alle malattie o alla povertà, sarebbero di sollievo per l’umanità“. Ed è sull’impegno del mondo per la ricerca della pace che Sergio Mattarella ha voluto porre l’accento: “La pace è parte fondativa dell’identità europea e, fin dall’inizio del conflitto, l’Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà. Alla pace esorta costantemente Papa Francesco, cui rivolgo, con grande affetto, un saluto riconoscente, esprimendogli il sentito cordoglio dell’Italia per la morte del Papa emerito Benedetto XVI“. E ha rivendicato anche l’impegno dell’Italia al fianco dell’Ucraina, evidenziando che “la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi“.


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