presentato il Sit-in del 22 luglio: “Serve un cambio di passo della politica”

Subito un tavolo di confronto per affrontare l’emergenza crisi”. In settembre si teme un’ulteriore impennata del numero di disoccupati. Occorrono idee e progetti per un nuovo sviluppo e riforme di equità per sanare i conti pubblici. Non devono essere i lavoratori a pagare i costi della crisi: tra le misure di equità richieste, tassare i novemila appartamenti sfitti

20 luglio 2010 – Così non va; o la politica segna un cambio di passo, o il sistema San Marino rischia di crollare. È il messaggio che la CSU vuole dare al Consiglio Grande e Generale e a tutto il paese, nel sit-in di protesta in programma giovedì 22 giugno alle 18.00 in Piazza della Libertà (durante i lavori del Consiglio stesso). Sit-in presentato questa mattina in conferenza stampa presso la sala riunioni CSU.

Un sit-in per rivendicare soluzioni alla grave situazione economica e nei rapporti con l’Italia, rilanciando la richiesta di attivare immediatamente tavolo di confronto con le parti sociali per affrontare l’emergenza crisi. Già diverse aziende hanno annunciato che varcheranno i confini, creando un frontalierato alla rovescia. “Ma anche le aziende che restano – affermano i vertici CSU – si stanno organizzando per fare fronte agli adempimenti del Decreto incentivi creando delle commissionarie in Italia. Ma questa soluzione avrà un carattere temporaneo, perché non risolve in modo strutturale i problemi determinati dello stesso Decreto incentivi”.

Per bloccare gli effetti devastanti di questo provvedimento, il Governo deve sanare il contenzioso con l’Italia. Per fare ciò è condizione necessaria introdurre subito e  unilateralmente lo scambio automatico di informazioni. “Una misura che consente di ripulire l’economia sammarinese da quelle zone di opacità che ci hanno causato tanti problemi, tutelando la gran parte di economia pulita e onesta”.

È necessario assumere decisioni sull’ingresso in Europa, senza ulteriori rinvii, per dare a San Marino la possibilità di cogliere nuove opportunità di crescita e di allargamento dei rapporti internazionali. Forte preoccupazione è stata espressa dalla CSU per la situazione occupazionale. In settembre, vista l’assenza di sbocchi alla crisi, c’è il timore che altre centinaia di lavoratori perdano il posto di lavoro, a cui si aggiungono i giovani che hanno terminato il percorso scolastico. “Serve un progetto di sviluppo che ridefinisca l’economia indirizzandola verso la produzione di beni e servizi ad alto valore aggiunto, attirando nuovi investimenti produttivi che ridiano linfa al sistema economico sammarinese.”

Circa le annunciate manovre di bilancio, sono state paventate misure penalizzanti per i precari della PA e i frontalieri, così come il blocco delle retribuzioni. Considerando che i più grandi contratti sono o scaduti (industria, commercio, edilizia, servizi), o in prossima scadenza (PA), questo significa che la crisi la si vuol far pagare ai lavoratori. Oltre alla eliminazione degli sprechi, è l’equità la strada per risollevare le risorse pubbliche e rilanciare lo sviluppo, e non la riduzione delle condizioni contrattuali, economiche e normative dei lavoratori. Occorre una riforma fiscale che accerti tutti i redditi, unitamente al completamento della riforma del catasto per accertare e tassare adeguatamente tutti i patrimoni immobiliari.

“A San Marino ci sono circa novemila appartamenti sfitti. Applicando una tassa adeguata avremmo un introito per lo Stato davvero considerevole. Così come vanno tassati i beni di lusso, come auto di grossa cilindrata, imbarcazioni, velivoli, ecc, che rappresentano anche una manifestazione importante di reddito. I sacrifici bisogno prima chiederli a coloro che non hanno pagato le tasse o non le hanno pagate in proporzione alle loro possibilità”.

La CSU ha anche ricordato il tentativo in atto di creare contrapposizioni tra lavoratori residenti e frontalieri, tra dipendenti pubblici e privati, allo scopo evidentemente di indebolire il movimento sindacale. “Questo tentativo sta andando del tutto a vuoto; dai nostri contatti quotidiani nel mondo del lavoro, i lavoratori di tutti i settori ci confermano che sono uniti e solidali l’un l’altro, e che non sono disposti a cadere in queste provocazioni.” Ricordato il grande successo di partecipazione e l’appassionato dibattito alla serata pubblica del 14 luglio scorso. “Una strada inusuale per il sindacato, quella delle iniziative serali rivolte a tutta la cittadinanza, ma che ci incoraggia ad andare avanti nelle nostre iniziative sia di mobilitazione che di sensibilizzazione”.