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  • Presidente Consiglio ligure, ‘eccidi partigiani’, è bufera

    (ANSA) – GENOVA, 21 APR – E’ polemica in Liguria per le
    dichiarazioni del presidente del Consiglio Regionale ligure,
    Gianmarco Medusei, della Lega, che ieri a margine della
    commemorazione ufficiale per il 25 Aprile ha dichiarato in una
    intervista al Tgr Rai Liguria che ci sono stati “eccidi anche da
    una parte dei partigiani” e che questo imporrebbe “di ricordare
    tutte le vittime, che non sono di serie A e di serie B”. Ieri
    sera avevano criticato il presidente del Consiglio ligure i
    parlamentari del Pd e tutti i partiti di opposizione nella
    assemblea, Pd, M5S, Lista Sansa e Linea Condivisa, che chiedono
    le dimissioni di Medusei.
        Stamani hanno espresso critiche anche il Cdr del Tg Rai della
    Liguria, che “si dissocia” dalle sue dichiarazioni, il
    segretario di Rifondazione Comunista Acerbi e l’Anpi.
        “Chi è morto combattendo dalla parte sbagliata, chi ha
    combattuto dalla parte di un regime, che ha saputo perpetrare le
    più ripugnanti violazioni della dignità umana, consapevole o
    inconsapevole che fosse, queste persone meritano la pietà, ma la
    commemorazione spetta solo a chi ha dato la vita, perché noi
    fossimo liberi” ricorda Anpi in una nota citando il testo della
    orazione svolta ieri mattina a Genova dallo storico Maurizio
    Viroli. “Sono la risposta più chiara all’ennesimo tentativo
    revisionista che gli esponenti della destra italiana provano a
    portare anche all’interno delle istituzioni – dice l’Anpi in una
    nota -. Si dimentica, il presidente Medusei, che quelli di serie
    B furono i partigiani, i civili antifascisti, i sacerdoti, le
    donne e le ragazze, i militari che non aderirono alla Rsi:
    torturati, fucilati, deportati perché qualcuno della serie A,
    quella che cioè aveva in mano le leve del potere e della
    repressione, decise così”. “Uomini come Gianmarco Medusei non
    possono rappresentare il popolo ligure, i suoi morti per la
    libertà, la sua storia civile” conclude l’Anpi di Genova.
        (ANSA).
       


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