
(ANSA) – ROMA, 22 AGO – I dirigenti scolastici devono
richiedere ad Asl ed Arpa di monitorare la qualità dell’aria
delle aule: lo prevede un recente Dpcm proprio sulla qualità
dell’aria negli istituti scolastici. Peccato che l’Arpa abbia
già iniziato a rispondere ad alcune scuole che non è di sua
competenza monitorare la qualità dell’aria ‘indoor’ e
addirittura le competenze delle varie Arpa regionali
differiscono da Regione a Regione. A denunciarlo è Cristina
Costarelli che guida i dirigenti scolastici di Anp.
Nelle “Linee guida sulle specifiche tecniche in merito
all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti
fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria
negli ambienti scolastici”, è indicata in via prioritaria la
necessità di attuare le ordinarie regole di buon comportamento
(quali, ad esempio, la ventilazione delle aule attraverso
l’apertura delle finestre), raccomandando l’utilizzo di
dispositivi aggiuntivi di sanificazione, purificazione e
ventilazione solo nell’eventualità che le misure ordinarie non
garantiscano una sufficiente qualità dell’aria. Per questo, il
dirigente scolastico dovrà richiedere alle autorità competenti
-Dipartimenti di prevenzione delle Asl e ARPA- di effettuare le
attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e
di individuare le soluzioni più efficaci da adottare,
richiedendo all’ente proprietario dell’edificio, in base agli
esiti delle predette attività, di porre in essere gli interventi
necessari a garantire il rispetto degli standard normativa e
tecnici in tema di qualità dell’aria. “Ma ad alcuni presidi –
spiega Costarelli all’ANSA – le Arpa hanno risposto di non
essere competenti: hanno competenza per l’aria esterna ma non
per quella interna; chiederanno delucidazioni alle Regioni e
alle Asl. E le competenze dell’Arpa si differenziano anche tra
Regioni e questo complica ulteriormente la questione”. (ANSA).
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte