Preso con la mazzetta in mano Tiziano Marchi, funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Cesena.

concussione-bustarella-marchi-2La mazzetta si prende ancora come trent’anni fa: contanti chiusi in una busta bianca. Ed è quella che aveva appena ritirato il funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Cesena, quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini l’hanno chiamato per nome mentre si stava avviando al bar. Tiziano Marchi, 59 anni, originario di Forlimpopoli e residente a Forlì, un passato da socialista ed ex assessore comunale, è stato arrestato venerdì pomeriggio, subito dopo essere uscito dallo studio di un commercialista riminese. Nella busta c’erano 5mila euro, la metà della cifra che aveva chiesto per evitare una verifica fiscale a un cliente del professionista. Ora è rinchiuso in una cella dei ‘Casetti’ con l’accusa di concussione, mentre al suo ufficio sono stati messi i sigilli.
E’ circa due settimane fa che il funzionario contatta il commercialista. Dice che deve parlargli di un suo cliente, un imprenditore di Cesena che ha due aziende per la lavorazione del ferro. Si danno appuntamento all’Agenzia delle Entrate di Cesena, ma una volta arrivato il riminese rimane interdetto. Marchi, racconterà poi, attacca dicendo che ha problemi economici e che ha bisogno di un prestito che quantifica in 9-10mila euro. L’altro, beata innocenza, gli suggerisce di chiedere un mutuo, e non mostra di aver capito l’allusione. Il funzionario a quel punto è costretto ad essere più esplicitò: quei soldi serviranno ad evitare che il suo cliente subisca una verifica a tempo di record. Marchi infatti ha già avuto a che fare con l’imprenditore quattro anni prima, quando al cesenate vennero contestati dall’Agenzia 400mila euro e lui ‘patteggiò’ per 190mila. La mazzetta, dice, servirà a far finire la nuova pratica in fondo al mucchio. Il commercialista resta di pietra, quindi prende tempo, risponde che gli farà sapere, ma subito dopo insieme al cliente va dritto in procura a Rimini per denunciare Marchi. I militari, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, preparano la trappola: suggeriscono al professionista di accettare l’offerta per 5mila euro e di dare appuntamento a Marchi nel suo studio riminese. Non prima di averlo riempito di cimici e telecamere. E si arriva a venerdì pomeriggio, giorno fissato per l’incontro. Marchi arriva a Rimini alle 15. Il ‘palcoscenico’ è già stato allestito e le banconote marcate con inchiostro sensibile agli ultravioletti. La scena ripresa dalle telecamere è quella del solito film. Uno che allunga la busta bianca e l’altro che la prende. «Vuole contarli?»,chiede il primo. Marchi dà una rapida occhiata all’interno: «No, mi fido». Il funzionario esce dallo studio e si avvia con aria soddisfatta al bar vicino, quando si sente chiamare. Il Resto del Carlino