Pressioni di Trump sul voto in Georgia, pubblicati stralci indagine

   E’ stato reso pubblico su ordine di un giudice, parte del rapporto del gran giurì che ha indagato sulle pressioni di Donald Trump per ribaltare l’esito delle presidenziali 2020 in Georgia. Il giudice aveva ordinato la divulgazione dell’introduzione, delle conclusioni e dei timori che alcuni testimoni abbiamo mentito sotto giuramento.

   Le parti del rapporto rese pubbliche – solo sei pagine – non rivelano le conclusioni del gran giurì su Donald Trump e i suoi alleati. I gran giurì speciali non possono emettere atti d’accusa, ma possono raccomandare se debbano essere intentate accuse penali. La giuria del caso Trump ha ascoltato per mesi le testimonianze di decine di alleati dell’ex presidente, oltre a funzionari statali e altri testimoni.

    La procuratrice distrettuale locale Fani Willis deve ancora decidere se contestare accuse. Quasi 20 persone, note per essere state indicate come obiettivi dell’inchiesta, potrebbero essere incriminate, tra cui Rudy Giuliani, l’ex avvocato personale di Trump, e David Shafer, il capo del Partito Repubblicano della Georgia. Elemento centrale dell’indagine è l’ormai famosa telefonata di Trump del 2 gennaio 2021, durante la quale intimo’ a Brad Raffensperger, segretario di stato della Georgia, di “trovare” 11.780 voti, il numero di cui aveva bisogno per superare il vantaggio di Joe Biden Jr. nel Peach State.

    Un altro componente dell’indagine è il reclutamento di una lista di elettori presidenziali fasulli nelle settimane successive alle elezioni del 2020. Quegli elettori si incontrarono in segreto nella capitale della Georgia e hanno firmarono documenti in cui affermavano di essere “elettori debitamente eletti e qualificati”, anche se non lo erano.

   Il gran giurì raccomanda di perseguire alcuni testimoni per spergiuro. Lo stesso organismo non ha accertato frodi nelle elezioni del 2020 in Georgia, contrariamente a quanto sostenuto da Donald Trump.


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