Prezzi, accordi e finanziamenti È iniziata la guerra dei vaccini

Tra la nobile motivazione sanitaria e un ipotetico intervento a gamba tesa della Germania, in mezzo a questi due estremi, esistono almeno mille ipotesi plausibili per giustificare la sospensione del vaccino AstraZeneca in quasi mezza Europa. Gli esperti tedeschi del Paul Ehrlich Institute hanno suggerito a Berlino di sospendere le somministrazioni dell’AZD1222 a causa di un presunto aumento di trombosi della vena sinusale, connessa a sanguinamento e mancanza di piastrine, in concomitanza con la vaccinazione delle dosi di AstraZeneca.

Il lettore potrebbe pensare a centinaia di segnalazioni avverse. No, non è successo niente di tutto questo. Il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha confermato 7 casi della suddetta trombosi segnalati in seguito alla vaccinazione, con 3 deceduti. Peccato che il totale delle vaccinazioni ammontasse a 1.6 milioni. Insomma, la mossa della Germania ha scatenato un putiferio che ha costretto Italia, Francia e Spagna a stoppare, a loro volta, l’uso di AstraZeneca.

Se la motivazione sanitaria non dovesse convincervi, c’è sempre l’ipotesi commerciale, non ufficialmente confermata ma molto dibattuta. Seguendo questa chiave di lettura, la Germania avrebbe scatenato una crociata all’indirizzo dell’azienda anglo-svedese per liberare spazio nel mercato farmaceutico. Quel vuoto sarebbe stato occupato da due dei suoi campioni nazionali. Quali? BioNTech, partner di Pfizer, e Curevac, prossima al lancio del vaccino anti Covid CvnCoV.

Prezzi e caratteristiche

Altre analisi prendono in considerazione i prezzi delle singole dosi e gli accordi stipulati tra l’Unione europea e le singole case farmaceutiche. Dalle poche indiscrezioni emerse in merito alle intese stipulate da Bruxelles – riservate, e dunque non accessibili – è stato possibile mettere in fila un po’ di dati sul costo dei vari vaccini fin qui autorizzati in Ue. Ebbene, quello sviluppato da AstraZeneca e Università di Oxford è il vaccino più economico in circolazione, visto che il prezzo di ogni sua dose si aggira intorno ai 2.15 dollari. Il Pfizer-BioNTech costa invece 14.50 dollari, il Moderna 18 e il Johnson & Johsnon 8.50. In attesa di ricevere il via libera dall’Ema, il futuro prodotto targato Curevac dovrebbe costare circa 12 dollari mentre lo Sputnik intorno ai 10.

Per quale motivo l’AZD1222 ha un costo così ridotto rispetto alla concorrenza? Ad eccezione del Johnson & Johnson e dello Sputnik, è l’unico vaccino della lista a basarsi su un vettore adenovirale e non sulla tecnologia a mRNA. Per essere sviluppato, il vaccino di AstraZeneca ha quindi bisogno di un procedimento apparentemente più semplice rispetto agli altri. Non deve inoltre essere conservato a bassissime temperature e può essere distribuito più facilmente. Il prezzo dell’AZD1222 è il più basso in commercio perché i costi per produrlo sono a loro volta ridotti, oppure perché – come sostiene molto superficialmente l’opinione pubblica – è “peggiore” degli altri?

Business miliardario

In generale, la pandemia di Covid rappresenta per le Big Pharma un affare ghiottissimo. Secondo quanto riportato dal Corsera, nel corso dell’anno corrente verranno vendute almeno 10 miliardi di dosi di vaccini, per un ricavato complessivo compreso tra i 120 e i 150 miliardi di dollari. Difficile scendere nei dettagli, visto che questi dipenderanno da quale casa farmaceutica riuscirà a conquistare la fetta più ampia del mercato. E qui si intrecciano interessi e vantaggi, non solo sanitari ma anche geopolitici. Ricordiamo, ad esempio, che la Germania ha finanziato BioNTech con circa 400 milioni di euro pubblici, dando vita, suo malgrado, a uno scomodo conflitto di interessi.

Sorge però un altro dubbio: che qualcuno possa esser stato infastidito dalla mossa di AstraZeneca. Come ha sottolineato Affaritaliani, l’azienda anglo-svedese aveva fin da subito deciso un prezzo calmierato per il suo prodotto, nettamente più basso degli altri vaccini che sarebbero presto circolati nell’Ue. Come se non bastasse, lo scorso novembre, Giovanni De Lorenzo, presidente di IRBM di Pomezia, società che ha collaborato a realizzare l’AZD1222, aveva dichiarato al Tg1 che, appena diffusa la notizia del prezzo del vaccino AstraZeneca, “sono cominciati una serie di gravi attacchi informatici ai nostri laboratori e quelli di Oxford che hanno ritardato il lavoro verso la sua approvazione”. Erano attacchi casuali o c’era una qualche correlazione con il vaccino? Impossibile rispondere.

Possiamo però evidenziare un altro aspetto interessante. Secondo quanto riportato dalla Bbc a dicembre, ogni Big Pharma ha ricevuto lauti finanziamenti, tanto da parte dei governi che da privati e organizzazioni no profit. Pfizer-BioNTech, oltre ad aver ricevuto finanziamenti tedeschi, ha intascato anche 1.9 miliardi di sterline da privati; Moderna quasi 2 miliardi dal governo americano; Curevac circa 800 milioni di sterline dal governo e 400 da privati. E AstraZeneca? In tutto, si parla di 8.19 bilioni di sterline di finanziamenti (oltre 6 miliardi da privati e circa 1.5 dal governo britannico). La guerra dei vaccini è servita.


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