Ampio margine di vantaggio sia per il miliardario newyorkese che per l’ex segretario di Stato nello Stato più importante in cui si è votato.
La corsa verso la Casa Bianca prosegue nel segno di Donald Trump e Hillary Clinton. Il miliardario newyorkese e l’ex segretario di Stato hanno vinto con larghissimo vantaggio le primarie in Arizona. Il primo avanti di oltre venti punti su Ted Cruz e di oltre trenta su John Kasich. La seconda staccando Bernie Sanders di oltre venti punti. Trump si aggiudica così tutti e 58 i delegati repubblicani in palio nello Stato lasciando Ted Cruz a bocca asciutta. Sul fronte democratico, i 75 delegati vengono assegnati su base proporzionale.
Nel “Western Tuesday” (“martedì dell’Ovest”) si è votato anche in Idaho e Utah. In quest’ultimo Stato, secondo le proiezioni dei media, in campo democratico ha stravinto Sanders, mentre tra i repubblicani ha prevalso Cruz. Dall’Idaho non sono invece ancora arrivati risultati.
Dopo la vittoria della scorsa settimana nello Stato chiave della Florida, quella in Arizona è un’altra grande prova di forza di Clinton e Trump, che può rivelarsi decisiva per la conquista delle nomination democratica e repubblicana. E che può permettere ai due di concentrarsi già sullo scontro diretto alle presidenziali di novembre.
Ancora una volta l’ex first lady è stata sostenuta soprattutto dagli elettori meno giovani e dalle minoranze. Da parte sua, in uno Stato di frontiera come l’Arizona Trump ha capitalizzato la sua linea dura sull’immigrazione, con il progetto del muro lungo il confine col Messico.
“L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono leader che alimentano la paura”, attacca la Clinton da Seattle, nello Stato di Washington, prossima tappa delle primarie democratiche. “Di fronte al terrorismo – prosegue nel giorno degliattentati a Bruxelles – l’America non deve cedere al panico. Non deve costruire muri o allontanarsi dai nostri alleati. Quello che Donald Trump propone non solo è sbagliato, ma è pericoloso”.
“Se tutto va bene – replica il tycoon su Twitter – il partito repubblicano potrà unirsi e a novembre ottenere una grande vittoria”. Un invito nemmeno tanto velato a Cruz e Kasich a farsi da parte, un modo per rinnovare implicitamente la sua minaccia ai vertici del Grand Old Party: “O la mia nomination o disordini”. La Repubblica