Su, C10 e Rete insorgono, Renzi (Ap): “Nessuna devastazione di terreni”.
Per Rete, Sinistra unita e Civico 10 si tratta di una operazione clientelare mentre per tutti gli altri consiglieri è la risposta alle mutate esigenze del Paese dopo 23 anni.
L’ordine del giorno per l’elaborazione “di un Piano strategico di sviluppo urbanistico” approvato venerdì pomeriggio in Consiglio con 31 voti a favore, 11 contrari e 1 astenuto ha creato visioni opposte all’interno dell’Aula.
A depositarlo, il 23 aprile scor- so sono state le forze di Intesa per il Paese ovvero Partito socialista e Unione per la Repubblica con l’obiettivo di sollecitare il governo ad avviare l’iter di realizzazione del nuovo Piano regolatore gene- rale dato che quello attuale risale al 1992.
Ma in Aula è arrivato un testo nuovo, frutto – come ha spiegato nel proprio intervento il socialista Simone Celli – di un accordo con i gruppo di maggioranza. In sintesi il nuovo odg impegna il governo a istituire entro il 31 dicembre 2015 un gruppo tecnico, in collaborazione degli uffici del Dipartimento del territorio, per provvedere a realizzare uno studio che “integri dati di tipo economico, sociale territoriale e ambientale
per permettere la definizione di obiettivi precisi di pianificazione, organizzando incontri pubblici per formulare linee di indirizzo generale” di un nuovo Prg. Studio che dovrà approdare in Consiglio entro settembre 2016.
Immediata la levata di scudi da parte del resto dell’opposizione. “Questa è una pugnalata alla spalle, siamo matti?! – ha attaccato Francesca Michelotti, Su – È questo l’effetto delle nuove alleanze? A cosa corrisponde questo Odg? Da cosa emerge? Dall’istanza d’Arengo di cittadini che chiedono di costruire sui loro terreni in un Paese che ha 8 mila unità immobiliari sfitte. E’ un’iniziativa demagogica. È demagogia clientelare”.
Per Elena Tonnini di Rete con l’odg si andrà “a permettere a chi ha terreni agricoli di costruire ex novo per meri motivi clientelari. Evidentemente – ha dichiarato rivolgendosi al resto dell’Aula- non vi rendete conto che la prima priorità del Paese è la gente che non ha lavoro e non riesce a pagarsi gli alimenti, non chi ha terreni su cui costruire”.
Stessa linea da Andrea Zafferani, C10, secondo cui “fa sorridere il tema della tutela del diritto alla casa, sollevato negli Odg da quando si è costituito il ‘comitato per la tutela alla casa’. Dietro questo nome nasconde l’intenzione di costruire villette sui terreni agricoli, sono un bel pacchetto di voti”.
Secca la risposta del socialista Paride Andreoli: “Capisco che 5 giorni danno fastidio e pure il caldo ma ricordo che su questi argomenti il Ps, al di là dell’Odg di aprile scorso, è da tempo che mette in evidenza una serie di situazioni”. Per il consigliere “sono 23 anni che è in funzione un piano regolatore che ancora oggi ha possibilità di edificare e credo che bisogna intervenire. Se c’è una vergogna bisogna risalire al ‘91.
Se il Prg ha scadenza decennale non si può aspettare 23 anni per intervenire. E comunque – ha tranquillizzato – per intervenire non si interviene domani, ci vorranno ancora degli anni per il nuovo sviluppo del nostro ambiente e territorio”.
Anche la maggioranza ha cercato di tranquillizzare i colleghi d’opposizione. “Le accuse e illazioni non sono comprensibili – ha tuonato dai banchi di Ap Nicola Renzi- e disturbano per la totale infondatezza. Questo Odg non è un colpo di Stato, i blitz si fanno in segretezza. Questo Odg è all’ordine del giorno da 4 sedute. Mette scadenze nei prossimi mesi, quindi se fosse un blitz, ci sarebbe tutto il tempo di sventarlo”. Renzi ha evidenziato come il documento “non dà mandato alla devastazione dei terreni, se no Ap non l’avrebbe sostenuto. È invece un impegno concreto di analisi, confronto e programmazione politica cui tutti possono partecipare, basta non sottrarsi”.
A fargli eco il consigliere del Psd Vladimiro Selva: “Perché dobbiamo sottrarsi alle esigenze che il Paese ha dopo 23 anni rispetto agli strumenti urbanistici?”, ha domandato ai colleghi, evidenziando quindi come il documento non dia mandato a fare un nuovo Prg bensì “a istituire un gruppo tecnico all’interno del Dipartimento del territorio affinché provveda a integrare i dati di tipo economico, sociale territoriale e ambientali per permettere la definizione di obiettivi precisi di pianificazione, organizzando incontri pubblici per formulare linee di indirizzo generale”. Un modo cioè “di capire di cosa abbiamo bisogno da qui ai prossimi 10 anni. Non ci sono soluzioni, ci vuole uno studio per dare soluzioni”.
Davide Giardi, La Tribuna