A processo per 764 euro di spese. E’ la candidata leghista a Bologna, Lucia Borgonzoni

borgonzoni con SalviniCi vorrebbe una benedizione con l’ampolla del sacro Po. Acque predilette dalla Lega Nord e placide, perché adesso, invece, per il partito è burrasca. A tre settimane dal voto amministrativo, diciannove suoi esponenti, o ex amministratori, impiegati e militanti, sono stati rinviati a giudizio per appropriazione indebita aggravata per i rimborsi avuti dal partito. Tra le spese contestate dalla procura di Reggio – dove c’era la sede nazionale, cioè emiliana, del partito – ci sono aperitivi elettorali, pranzi, benzina ma anche multe. L’inchiesta, nata da un esposto del reggiano ex leghista Marco Lusetti, che è anche imputato, e condotta dal procuratore reggiano Giorgio Grandinetti e dal pm Stefania Pigozzi, si riferisce al periodo 2009-2012. La Finanza ha setacciato la sede, cercando le pezze giustificative, che talvolta c’erano, ma sono considerate incomplete, in altri no.
Tra gli imputati, che hanno ricevuto venedì l’avviso di citazione diretta a giudizio per il 22 settembre, data in cui prenderà il via il processo, ci sono nomi eccellenti. Tra tutti, Lucia Borgonzoni, candidata sindaco a Bologna. I sondaggi elettorali del Pd la danno seconda, con un’alta possibilità di andare al ballottaggio con Virginio Merola, in corsa per il centrosinistra. Le si contestano 764 euro. Ripercussioni?
Lei sfodera, metaforicamente, spada e scudo di Alberto da Giussano: «No: è una cifra ridicola. Ma sono arrabbiata che questa notizia esca a tre settimane dal voto, mi chiedo se dietro ci sia un disegno». La cifra, spiega l’avvocato Gianluca Vinci, che è pure segretario regionale della Lega, «sono soldi rimborsati per la campagna elettorale 2009, quando poi è diventata capogruppo in Provincia. E una settimana dopo la prima udienza – rimarca – per lei scatterà la prescrizione…».
I rimborsi contestati ammontano a 150mila euro, tutti autorizzati da Gianfranco Barigazzi di Parma, tesoriere. Vinci difende pure Barigazzi, a cui si contesta di aver dato 20.489 euro al figlio Daniel, a sua volta imputato. Poi assiste Federica Boccaletti di Modena, Matteo Bulgarelli, Fabio Ferrari e Nadia Monticelli di Reggio, Aldo Manfredini di Ferrara, Fabio Rainieri di Parma, consigliere regionale, Giovanni Tombolato di Parma e Medardo Zanetti di Piacenza.
VINCI contrattacca: «È assurdo. La Lega, indicata come parte offesa, neppure rivendica i soldi: li ha versati per servizi resi al partito». Spicca il reggiano Angelo Alessandri, ex deputato ed ex Carroccio: gli si contestano 5.302 euro per multe non pagate. «Le sanzioni non dovevano essere fatte: Alessandri aveva diritto ad auto blu e scorta. Ma all’auto blu aveva rinunciato, preferendo usare la sua macchina», spiega il legale Matteo Iotti. E Alessandri commenta: «Come parlamentare, versavo seimila euro all’anno alla Lega e sono a processo per 5.300 euro». Iotti assiste anche i reggiani Franco Spadoni, che era l’autista di Alessandri, Giacomo Giovannini e Antonio Vizzaccaro, collaboratore dell’ex parlamentare. Nei guai anche Marco Canavesi e Rita Casula, che lavoravano nella sede del Carroccio di Reggio, e Christian Morselli di Modena. Il Resto del Carlino