Continuiamo la pubblicazione della trascrizione da noi redatta della deposizione del Presidente Bcsm avv. Catia Tomasetti nell’udienza pubblica del 01.03.2023 nel processo Buriani-Celli. Dodicesima parte
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AVV. ERCOLANI – Lei lo sentì Renzi poi lo incontro…dopo l’incontro con Mancini?
TOMASETTI – Io lo incontravo spesso nell’ambito delle mie funzioni ed in uno di questi incontri l’ho preso da parte anche perchè lui era terrorizzato che noi ne parlassimo al telefono. Il che mi confermò che forse questa informativa non era così legittima se lui aveva tutto questo terrore che i nostri telefoni potessero essere ascoltati da qualcuno che poi lo mettesse in crisi. Comunque detto questo lo rassicurai. Il giorno che usci la comunicazione che io e Gozi eravamo indagati, e la fece uscire tra l’altro GIANNI CELLI, c’è un provvedimento di archiviazione che è appena arrivato che però indaga… noi avevamo denunciato, c’è un fascicolo sulla fuga della nostra notizie ed appare che il primo a dare questa notizia è Gianni Celli. L’uomo che aveva organizzato l’incontro con Gozi (a Roma con Pizzolante e Grandoni ndr). Quando esce quel giorno questa notizia ed esce attorno a mezzogiorno perchè Celli la da alle 10 e 40, comunque attorno a mezzogiorno ci sono tutti i giornali e telegiornali a questo punto Renzi chiama tutti i membri del Cda per ritirare presso la segreteria Esteri una lettera a mano. Questa lettera a mano vedrà, e se vuole gliela deposito, è una lettera molto articolata che di certo non ha scritto in mezzora è una lettera in cui lui a quel punto comunica tutto al nostro consiglio, mentre a noi aveva detto di non parlarne a persona che c’è questa indagine su Ucci. Quindi è chiaro che quel giorno, con la divulgazione della mia notizia di reato e questa informativa sull’indagine di Ucci si cercava di ottenere la sfiducia o le dimissioni di entrambi gli organi della governance di Banca Centrale. Era il Jackpot della giornata, invece fortunatamente quel giorno tutti i miei dipendenti di Banca Centrale firmano una petizione per cui io rimanga, 92 persone dopodiché anche il Consiglio di Amministrazione si prende qualche giorno di tempo, tra l’altro Renzi nella lettera dice che dovevamo rispondergli entro il 20 e dovete dirmi cosa farne di Ucci. Noi abbiamo deliberato tutti assieme e che consideravamo Ucci una brava persona, che non avevamo modo di ritenere di sapere se lui fosse indagato, che le indagini si erano chiuse da mesi e che avremmo aspettato l’evoluzione degli eventi e che saremmo stati belli zitti dato che lui ci sottolineava che divulgare queste informazioni comprometteva i rapporti tra i due paesi…
AVV. ERCOLANI – Perfetto, le chiedo di precisare come venne a sapere il consiglio direttivo dell’indagine su Ucci ed anche il collegio sindacale.
TOMASETTI – Perché Nicola Renzi il 15 di aprile in concomitanza con la divulgazione della mia notizia convocò tutti per ritirare a mano questa lettera presso la sua segreteria di stato.
AVV. ERCOLANI – Prima lei non parlò con il Consiglio Direttivo …
TOMASETTI – No, lo sapevamo solo io e Mancini. Tra l’altro Mancini ci mise anche in imbarazzo perchè ad entrambi disse che non dovevamo proferire verbo pena il compromettere i rapporti tra i due paesi eppoi lui nella lettera disse: ”ah lo sapevano già il presidente ed il vicepresidente”. Però per fortuna avemmo modo di dire che, come vedete, ci vincolò alla più stretta segretezza. Insomma
AVV. ERCOLANI – Grazie non ho altre domande.”