Caso Guerrina Piscaglia. Processo a Gratien: «L’ha uccisa con le sue mani»

Padre-Gratien-Alabi«Ha ammazzato Guerrina con le sue mani. Le stesse che hanno subito dopo consacrato il corpo di Cristo». «Padre Gratien Alabi è un traditore. Ha tradito Lorenzo, il figlio della Piscaglia, la famiglia di Guerrina, tutto il paese di Ca’ Raffaello e se stesso». Parole dure quelle pronunciate dagli avvocati di parte civile ieri mattina davanti alla Corte d’Assise di Arezzo.
Tutti dipingono il prete indagago per l’omicidio della donna come un religioso a luci rosse, un bugiardo. E tirano in ballo il quadro d’accusa delineato dal pm Marco Dioni: gli sms sospetti inviati dal cellulare di Guerrina, la figura inesistente di zio Francesco, i tabulati telefonici. E tutti si associano naturalmente alla richiesta di condanna a 27 anni della pubblica accusa. L’avvocato di Mirco Alessandrini, marito di Guerrina, ha mostrato alla giuria anche le foto del figlio di Guerrina, disabile: «Vorrei che la Corte prendesse una decisione soprattutto per Lorenzo che ancora cerca sua madre». Accanto a Detti, i legali della famiglia Piscaglia hanno poi fatto richiesta di risarcimento. In aula era presente padre Gratien che ha ascoltato le parti civili, irritandosi: «Mi avete offeso e calunniato«. Al suo arrivo, ai giornalisti che gli chiedevano dell’udienza e delle parti civili Alabi ha detto «Non me  ne frega niente«.  Ma poi ha affermato di essere stato frainteso.
Domani sarà la volta delle arringhe della difesa. Il verdetto dovrebbe arrivare invece il 24 ottobre, giorno del compleanno di Guerrina. Il Resto del Carlino

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