Processo in vista alla ”cricca” per la scalata a San Marino … di Stefano Elli (Il Sole 24 ore)

Quello che si aprirà il prossimo 8 maggio presso il Tribunale di San Marino è qualcosa di più articolato e complesso dei tanti processi a sfondo bancario-finanziario che si sono celebrati sul Titano. Innanzitutto per la caratura, il ruolo e le funzioni ricoperte da alcuni dei maggiori imputati. Tra cui spiccano ex magistrati requirenti, ex presidenti e direttori generali della locale Banca Centrale, imprenditori locali e finanziari ben noti (anche in Italia), banchieri e consulenti.

Così, andando a ripercorrere i capi d’imputazione mossi dalla magistratura sammarinese, si tratta di un’impresa strutturata, una vera e propria “scalata” illecita, che avrebbe cercato di assoggettare e piegare a sé la piccola Repubblica, effettuata utilizzando la finanza e il sistema bancario locale come attrezzo da scasso.

Il tutto in un concerto silenzioso che ha portato a piazzare ai vertici delle istituzioni della vigilanza bancaria locale uomini utili alla causa, pilotando ispezioni di vigilanza, liquidazioni coatte amministrative e salvataggi di istituti di credito locali, con il contributo fattivo di magistrati compiacenti.

Il tutto in un contesto reso favorevole dall’assenza di contrappesi, di una politica già di suo indebolita a causa di ulteriori procedimenti penali istruiti non a caso proprio dai magistrati oggi imputati. Così Francesco Conforti, finanziere materano di lungo corso (Advantage Financial), che secondo le tesi dell’accusa avrebbe giocato un ruolo chiave nel “dream team”, insieme con Giampiero, Daniele Guidi (ex AD di Banca CIS), Wafik Grais, ex presidente di Banca Centrale e il suo direttore Lorenzo Savorelli, dovranno difendersi dall’accusa di avere, con l’associazione a delinquere contestata, perseguito una pluralità indeterminata di reati in materia bancario-finanziaria, ostacolando le funzioni di vigilanza, il rapporto con la pubblica amministrazione, e non solo.

In particolare, viene evidenziato come l’associazione abbia condizionato le scelte di governance della Banca CIS, favorendo il reinserimento di Guidi, già oggetto di destituzione, e come ciò abbia poi portato alla messa in liquidazione coatta amministrativa della Asset Banca.

In dettaglio si sarebbero avvalsi dei poteri e dell’influenza dell’associazione per ottenere il demansionamento, l’estromissione e l’allontanamento di funzionari della Banca Centrale Nardi, coinvolti in ispezioni verso i vertici di Banca CIS.

Oltre a questo, l’associazione – cominciando nel capo d’imputazione – avrebbe concorso nell’erogazione di crediti per milioni di euro a favore di soggetti legati a una decina di società di progetto connesse con istituzioni di diritto sammarinese, avviando la creazione di una struttura parallela e occulta, capace di interferire non solo sull’attuale board della Banca Centrale, ma anche sui poteri civili nel processo…

Stefano Elli – Il Sole 24 Ore