Processo “mascherine” a carico dell’ex presidente della camera Irene Pivetti: tutto da rifare! Soddisfazione piena per l’avvocato Filippo Cocco

Il tribunale collegiale di Busto Arsizio ha accolto tutte le questioni preliminari avanzate dal difensore della Pivetti, l’avv. riminese Filippo Cocco ed ha rinviato davanti alla Corte Suprema di Cassazione per la determinazione della competenza territoriale ove si dovrà svolgere il processo che a questo punto ricomincerà da capo.

Questo è il commento dell’avvocato Filippo Cocco immediatamente dopo alla lettura dell’ordinanza da parte del tribunale: “soddisfazione piena per l’accoglimento delle nostre tesi, attendiamo di affrontare il processo ma nel tribunale competente”.

Il Tribunale collegiale di Busto Arsizio ha accolto le eccezioni sollevate dalla difesa di Irene Pivetti, guidata dall’avvocato Filippo Cocco, riguardo alla competenza territoriale del processo che vede l’ex Presidente della Camera imputata per una presunta frode legata alla fornitura di mascherine durante l’emergenza Covid-19. La questione è stata rinviata alla Corte di Cassazione, che dovrà stabilire quale tribunale sarà incaricato di celebrare il procedimento, che ripartirà dall’inizio.

L’avvocato Cocco, al termine dell’udienza, ha espresso soddisfazione per la decisione, sottolineando: ”Soddisfazione piena per l’accoglimento delle nostre tesi, ora attendiamo di affrontare il processo davanti al tribunale competente”.

Il caso giudiziario coinvolge, oltre a Irene Pivetti, altre sette persone, accusate di reati quali frode in pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Le indagini si concentrano sull’importazione di mascherine dalla Cina, un’operazione del valore di 35 milioni di euro, con l’accusa che i dispositivi forniti non rispettassero i requisiti stabiliti dalla Protezione Civile, risultando così non idonei e contraffatti.

La complessità del caso deriva dal fatto che i presunti reati sarebbero stati commessi in diverse località, sia in Italia che all’estero. In una fase precedente, il Tribunale di Busto Arsizio aveva già respinto una richiesta di arresto per Pivetti, ritenendo che il foro competente fosse Roma. Tuttavia, la Procura di Busto Arsizio ha insistito affinché il procedimento rimanesse nella propria giurisdizione, portando alla decisione di sottoporre la questione alla Suprema Corte.

Fino a quando la Corte di Cassazione non si pronuncerà sulla competenza territoriale, il processo resta sospeso. Questo ulteriore rinvio rappresenta un nuovo rallentamento per una vicenda giudiziaria che si trascina da mesi senza che si sia ancora deciso quale tribunale dovrà giudicare l’ex Presidente della Camera e gli altri imputati.