L’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, è stato condannato a 7 anni e 6 mesi per corruzione dalla Corte d’Appello di Milano per corruzione nell’ambito del processo sul crac della Fondazione Maugeri di Pavia.
Doccia fredda per l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.
La corte d’appello di Milano l’ha condannato a sette anni e mezzo nel processo sui fondi neri della Fondazione Maugeri di Pavia e del crac del San Raffaele. In primo grado, il 22 dicembre 2016, era stato condannato a 6 anni di reclusione. La procura generale nella requisitoria aveva chiesto il massimo della pena per Formigoni, ritenendo i fatti “gravissimi” e non meritevoli di alcuna attenuante.
Le due strutture ospedaliere lombarde, favorite da Formigoni, avrebbero ricevuto versamenti non dovuti dalla Regione Lombardia e parte di quei fondi, attraverso alcuni intermediari, sarebbe servita per pagare diversi benefit e utilità all’ex numero uno del Pirellone. A Cremona, intanto si sta per aprire un nuovo processo per l’ex governatore. Due giorni fa è stato rinviato a giudizio per il cosidetto “caso Guarischi”.
Formigoni è stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Sette anni e sette mesi per l’ex direttore amministrativo della clinica, Costantino Passerino (in primo grado 7 anni) e pena confermata (tre anni e 4 mesi) per l’imprenditore Carlo Farina.
Confermata la tesi accusatoria in base alla quale dalla Maugeri tra il 1997 e il 2001 sarebbero usciti 61 milioni di euro finiti sui conti dell’uomo d’affari Pierangelo Daccò e dell’ex assessore regionale Antonio Simone, che poi avrebbero garantito a Formigoni oltre 6,6 milioni di utilità, tra cui viaggi esotici, gite su yacht e cene in ristoranti. In cambio, lui avrebbe favorito il polo sanitario pavese e il San Raffaele con delibere di giunta e rimborsi per circa 300 milioni di euro. Durante l’appello Simone e Daccò hanno chiesto di patteggiare la pena e uscire dal processo.