IL GIUDICE del tribunale di San Marino, David Brunelli, dovrà emettere la sentenza d’appello entro i prossimi tre mesi. Sul Titano si ritorna a parlare del processo nel quale sono coinvolti cinque ‘amici’ di Fabrizio Corona, quelli che aiutarono il paparazzo dei vip a trasferire in Repubblica i soldi della «Corona’s», la società finita in bancarotta. I cinque nei primi giorni del giugno scorso sono stati condannati per riciclaggio. Il procuratore del Fisco Roberto Cesarini ieri in appello ha chiesto le conferme delle condanne di primo grado per tutti gli imputati: 3 anni e sei mesi per Luciano Vannucci e Massimo Maria Micheloni, 2 anni e mezzo per Gian Mario Matera e 2 anni e 3 mesi per Giorgio Urbinati e Tiziano Bruno.
CORONA che non è mai stato imputato in questo processo, era stato sentito con rogatoria. L’inchiesta sammarinese sulle somme riconducibili al fotografo, un milione e 300mila euro, era partita nel 2010 da una rogatoria della Procura di Milano che all’epoca indagava sulla bancarotta fraudolenta della Corona’s. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la somma era stata trasferita a San Marino attraverso la costituzione di un’altra società, la ‘Fenice srl’, di diritto sammarinese e della quale lo stesso Corona risultava essere amministratore unico.
LA STESSA somma sarebbe passata poi alla società ‘Zeta srl’, anche questa di diritto sammarinese, della quale risultava amministratore unico Giorgio Urbinati e attraverso quest’ultima, con false vendite e altrettante false fatture, alla ‘Ta.Da.’, società di diritto inglese con amministratore Tiziano Bruno.
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