“Vengo pagato per non lavorare e mi vergogno profondamente per chi invece fatica ogni giorno per guadagnarsi da vivere”. Si sfoga così Daniele Costantino, docente di filosofia di Marineo (Palermo), in una lettera aperta indirizzata al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, al premier Paolo Gentiloni e al presidente della Repubblica. “Vado a scuola per 18 ore a settimana, timbro il cartellino e mi siedo in aula professori in attesa di una sostituzione”, afferma il docente.
Il lato oscuro del potenziamento – In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Costantino critica il sistema del “potenziamento” introdotto nel 2015 dalla Buona scuola per far svolgere a un corpo di docenti aggiuntivi attività di recupero, ampliare e migliorare l’offerta formativa. “E’ una bella idea solo sulla carta – dichiara l’insegnante – perché in realtà vuol dire stare a disposizione 18 ore a settimana, senza un progetto, senza un posto né compiti precisi. Il mio è uno pseudo-lavoro da tappabuchi”.
“Che senso ha sprecare soldi così?” – Daniele Costantino lavorava da anni in un liceo scientifico di Biella, ma le sue ambizioni lo hanno portato a chiedere il trasferimento a Torino. La domanda viene accolta e in estate il docente siciliano viene assegnato all’istituto Alfieri. “Ogni mattina, quando mi sveglio alle sei, spero di uscire da quest’incubo. Mi illudo che sia ancora il 13 agosto, quando dovevano ancora uscire i risultati delle richieste di trasferimento”, afferma Costantino. E ancora: “Mi sta passando anche la voglia di lamentarmi. Che senso ha sprecare i soldi in questo modo?”.
“Rivoglio il lavoro per cui ho studiato” – “Spero che qualcuno mi risponda per dirmi se si tratta di un problema generale, della Regione o della scuola. E, soprattutto, per dirmi se potrò riavere indietro il lavoro per cui ho studiato”. “Se posso andrò in una scuola dove poter dare un contributo attivo – conclude Costantino -. Non voglio abituarmi a pensare al lavoro unicamente come fonte di stipendio”. Tgcom24